Eventi e cultura
8 Settembre 2011

Ketty Tagliatti, suggestioni dalla Parigi degli anni folli

di Redazione | 3 min

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In occasione della mostra “Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí” che ha luogo a Palazzo dei Diamanti dall’11 settembre, la MLB home gallery ha chiesto all’artista Ketty Tagliatti di elaborare un progetto espositivo dedicato appositamente a questo evento.

L’artista ha così realizzato una serie di opere a partire dalle suggestioni ispirate dagli artisti che vissero a Parigi dalla fine della Grande Guerra ai primi anni Trenta, quando la città si trovò ad essere la capitale mondiale dell’arte. Ketty Tagliatti si è ispirata in particolare ad alcune tematiche surrealiste e dadaiste, rivisitando attraverso la sua poetica i concetti di spaesamento, di de-contestualizzazione degli oggetti quotidiani e di automatismo segnico.

Un grande arazzo di quasi tre metri domina le pareti della galleria: non si tratta questa volta di una rosa, soggetto prediletto dall’artista, ma di una camelia, simbolo decorativo cinese che l’artista ha tratto da una vecchia tappezzeria parigina dell’inizio del secolo. Stupefacente è la tecnica utilizzata per un’opera così grande: ogni petalo è realizzato con centinaia di spilli, che, sapientemente affiancati e direzionati, creano le  morbide volute tipiche di questo fiore. La fitta trama di spilli lucenti si presenta come un raffinato ricamo d’argento, circondato da una cornice decò: un omaggio alla bellezza sfavillante della Parigi di quegli anni.

E’ invece ispirata al Surrealismo una serie di tavolette di grande poesia: racchiusi dentro una cornice di piombo, ecco apparire piccoli mondi vegetali in argilla cruda, materiale su cui l’artista ha impresso impronte di foglie e rami, cui si affiancano fossili e fili di ricami, a evocare i reperti archeologici che tanto affascinarono gli artisti del primo Novecento ma anche il senso di una natura da proteggere, come a voler sottolineare il fallimento degli entusiasmi nei confronti del progresso di quell’inizio di secolo.

Porta il nome di un brano musicale di Erik Satie Tre pezzi a forma di pera, una scultura che diventa con questo titolo una vera e propria scatola teatrale, con una drammatica aurea metafisica ed espliciti richiami a De Chirico e Dalì, mentre per i Fazzoletti sono stati utilizzati dei fazzoletti veri, appartenuti a una persona defunta cara all’artista e usati come supporto per il suo disegno automatico, come a ricercare una possibile comunicazione attraverso un’ipotetica presenza nell’aldilà.

Grovigli grafici nati da impulsi inconsci emergono anche sulla superficie delle opere della serie Appunti, tappezzerie vagamente liberty con trame che portano tracce di mondi vegetali surreali, fondi marini o foreste fluviali.

L’installazione End è composta invece da dodici piccole scatole teatrali, ognuna delle quali racchiude objets trouvès recuperati dalla “biblioteca dei ricordi”, in un sottile gioco tra il significato della profondità delle cose e il galleggiamento della loro apparenza.

La mostra “Ketty Tagliatti. Sur-naturale. Suggestioni dalla Parigi degli anni folli”, sarà inaugurata sabato 10 settembre dalle 18 alle 22.

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