Il primo disco di inediti dopo undici anni segna il ritorno sul palco di una delle rock band più anticonformiste e controverse degli anni Novanta, provocatoria nei numerosi pezzi dalle liriche di denuncia sociale sputate con rabbia e drammatica immedesimazione dalla leader Skin e dall’alchemica alternanza e compenetrazione tra spigoli durissimi, ballad che sembrano toccare nervi scoperti e adrenaliniche vibrazioni funky.
Dopo il pienone nei tre concerti della settimana appena trascorsa, Piazza Castello si appresta ad accogliere, a conclusione di questo incredibile fuoco di fila di esibizioni di spessore internazionale, l’ennesima invasione di pubblico per un live act atteso, da alcuni da quasi dieci anni.
Dopo la ricostituzione della band nel 2009, e dopo il tutto esaurito da 12.000 persone al Forum di Assago del febbraio scorso, gli Skunk Anansie si imbarcano per un tour italiano che permetterà alla vasta e storica fanbase della band britannica di riascoltare tutti i cavalli di battaglia di un gruppo che, nonostante le posizioni profondamente alternative e radicali, ha raggiunto in soli 3 album un altissimo livello di popolarità.
Sarà anche l’occasione per regalare ai fan più giovani l’emozione di vederli finalmente suonare dal vivo, per la prima volta.
Se la reunion del 2009, animata non da fini economici ma da fisiologica voglia di tornare a suonare insieme e rinvigorire la chimica del gruppo, è stata segnata dalla pubblicazione del greatest hits Smashes and Trashes, super-album impreziosito da tre inediti di raccordo tra vecchio e nuovo corso, è con i 3 lavori precedenti che gli Skunk Anansie hanno costruito il loro suono e la loro fama.
Paranoid & Sunburnt (1995), nonostante passi spesso in sordina nella considerazione critica, è forse l’autentico capolavoro della band, quasi offuscata dallo smisurato carisma di Skin, frontwoman di rara personalità e carisma.
La ragazza di colore, dichiaratamente lesbica e rasata a zero, con fare e posa aggressivi, fermamente intenzionata a urlare in faccia a tutto il mondo la sua rabbia esistenziale, incarna perfettamente l’ansia di ribellione di gran parte dei turbolenti adolescenti dei primi anni ‘90.
Non si tratta di rivolta fine a se stessa, i temi sono forti e delicati, espliciti, e vanno dalla discriminazione razziale e sessuale, alla religione, alla politica. Il suono va oltre il punk-core di protesta, e grazie a musicisti a dir poco formidabili esce meticcio, commistione di riff di chitarra taglienti e granitici, quasi metal, e groove ritmici vibranti del funky e del dub, che vanno a percuotere e pizzicare i terminali nervosi del pubblico.
I cambi di ritmo all’interno di uno stesso pezzo sono vertiginosi e regalano ascolti intensi che lasciano senza fiato.
Il successivo Stoosh (1996) raccoglie e perfeziona l’eredità del predecessore, rinforzando ancora il basso pulsante e malato e le chitarre epilettiche. Inoltre, concede spazio al lato più dolce, malinconico ed introspettivo della band, sempre più una diretta manifestazione della personalità di Skin, a partire dal singolo che più di tutti li ha rappresentati a livello mediatico: Hedonism.
Sono brani avvolgenti e melodie affascinanti, che rischiano però di esplodere improvvisamente, con una rabbia ben sintetizzata dall’immagine di copertina, il viso di Skin con gli occhi spiritati e la bocca spalancata e immortalata in un grido che pare di udire, sul sottofondo dei riff infiammati di Cass, Ace e Mark, che registrano il disco in presa diretta.
Post Orgasmic Chill (1999) registra una sfumatura nei suoni verso il pop e l’elettronica che più ammiccano ai circuiti di distribuzione mainstream, su tutti radio e tv, ma il prodotto non sembra risentirne, rimanendo un lavoro solido, pieno di riff micidiali e violenti, drum’n’bass e ballate sonicamente perfette. Secretly, Lately e You’ll Follow Me Down sono degli instant classic.
Il lato più sentimentale della band riemerge anche a distanza di 11 anni, all’uscita di Wonderlustre (2010), attesissimo dopo il tour della reunion e dopo gli antipasti inediti del greatest hits. Le classifiche approvano il ritorno dei quattro londinesi e anche in Italia il disco raggiunge il numero 1. Il fatto di ripresentarsi in formazione originale è un grosso punto a favore, ed è subito chiaro che l’innata sensibilità per i groove e le melodie catchy è la stessa di sempre e il risultato è sublime.
Nel periodo della provvisoria separazione si sono sviluppate diverse collaborazioni per i 3 musicisti, ricercati per la loro tecnica impareggiabile, e una breve carriera solista per Skin, che ha pubblicato due album di sperimentazione pop, dai toni e introspettivi, Fleshwounds (2003) e Fake Chemical State (2006).
La band leader Skin ha inoltre un feeling particolare con l’Italia, che si è concretizzato con alcune collaborazione di livello (coi Marlene Kuntz e per la colonna sonora del film Parlami d’Amore (2008) di Silvio Muccino) e con alcune apparizioni come dj.
Ora questo raro animale da palco è tornato al suo habitat naturale, e da lì è pronta a distribuire equamente al pubblico ferrarese, impregnati in un energico muro di suono, violenti schiaffi e carezze acustiche.
SKUNK ANANSIE
Piazza Castello – Ferrara
Domenica 10 luglio – ore 21.00
Ingresso: 32 euro
Info: 0532-241419
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it
Risorse in rete:
www.skunkanansie.net
Il Festival è organizzato dall’Associazione “Ferrara sotto le Stelle” con il sostegno del Comune di Ferrara, dell’Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.
Media Partner Ufficiale dell’evento è il network nazionale RTL.
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