Poggio Renatico
25 Giugno 2011
Contrari i sindaci Pavani e Paron: "scelta che penalizza il prestigio del territorio e dell’Italia nella Nato"

Daccc a Poggio Renatico, nuova base Nato

di Redazione | 3 min

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Poggio Renatico. La ristrutturazione della Nato ha portato un grande scompiglio anche nel ferrarese. Dal vertice dei ministri della difesa della Nato di Lisbona, dello scorso 8 giugno, è emerso, non senza sorpresa, che il Caoc5 di Poggio Renatico cederà il passo a un nuovo Caoc che sarà ubicato a Torrejón in Spagna.

Misura compensativa per il nostro territorio e Paese sarà l’avvento di una nuova struttura Nato: il Daccc, ‘Deployable Air Command and Control Centre’, un centro attraverso il quale rischiarare le forze in caso di crisi.

Soddisfatta dunque la pretesa iberica, si sono scatenate le polemiche in Italia: tanti botta e risposta politici, anche un ordine del giorno presentato in Consiglio provinciale e approvato con i voti della sola maggioranza di centrosinistra.

Per fare chiarezza, ieri, il comandante del Caoc5, generale di squadra aerea Mario Renzo Ottone, ha invitato alla base di via Cantone giornalisti e i sindaci di Poggio Renatico e Vigarano Mainarda, Paolo Pavani e Barbara Paron.

Subito due precisazioni. Il Caoc 5 è centro Nato, ben distinto dal Coa dell’Aeronautica italiana, che ovviamente manterrà il suo assetto e il comando delle operazioni aeree nazionali.
La difesa aerea italiana non sarà gestita dagli spagnoli, ma dalla struttura localizzata in Spagna, in cui opera personale Nato anche italiano. Tra l’atro, nella futura definizione dei compiti, non è detto che la responsabilità dell’Air Policing non rimanga proprio a Poggio Renatico.

Cos’è dunque il Daccc che dovrebbe essere costituito sul sedime poggese di qui all’aprile del 2013?
“Se il Caoc consente la gestione dell’attività aerea a livello tattico – ha spiegato il generale Ottone -, il Daccc decide dove mandare gli aerei, che tipo di missione svolgere, quali target abbattere: un livello immediatamente superiore nel processo decisionale dalla pianificazione all’esecuzione delle missioni. Il concetto è nato proprio dall’esperienza in Libia, che ha portato nelle nostre sale nuove forze per gestire la no-fly zone: dalle 125 posizioni, con 94 militari, siamo passati a quasi 500 unità Nato. In altre parole, un irrobustimento delle fila per mantenere viva la capacità di azione”.

Il Daccc vedrà un aumento del personale impegnato: saranno necessarie 280 persone, più delle 185, della configurazione dei nuovi Caoc, quello di Torrejón e quello rimasto in Germania.
“Non deve preoccupare troppo la ‘D’ di Deployable – ha rilevato il comandante -. Il rischiaramento, anche in scenari lontani, prevede che una parte del personale sia stanziale e, comunque, nei momenti di preparazione al rischiaramento e durante le esercitazioni ci saranno sempre 280 uomini. Gli alberghi saranno pieni in alcuni periodi”.

Non si prevedono quindi ricadute negative per il territorio, tanto più che anche Ottone ha esortato a vivere il cambiamento come una “opportunità”.

Non ne sembrano tuttavia troppo convinti i sindaci Pavani e Paron, che puntano l’indice soprattutto su una “scelta che penalizza il prestigio del territorio e dell’Italia nella Nato, in seno alla quale, notoriamente, ha apportato un maggiore contributo rispetto alla Spagna”.
Per questo entrambi porteranno in Consiglio comunale un ordine del giorno in merito: a Poggio Renatico il prossimo 30 giugno, a Vigarano alla prima seduta utile.

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