Premio Welfare Oggi alle Aziende Sanitarie ferraresi
Ancora un riconoscimento per le Aziende Sanitarie ferraresi, che si aggiudicano il premio Welfare Oggi 2025 per il progetto di facilitazione digitale
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Erio Carnevali, artista modenese di fama internazionale, con linguaggio semplice, corredato di immagini, ha presentato ai bambini e alle bambine della scuola Carducci e del Guercino di Cento
Giovedì 4 dicembre alle ore 21, al Teatro Pandurera di Cento, debutta “In un vecchio palco del Borgatti – il teatro ieri, oggi e domani”
Un weekend da ricordare quello appena trascorso nel centro storico di Cento, che si è animato grazie a “Porticoso – Christmas Edition”
Con cinque voti contrari, uno favorevole e due astenuti, la Consulta di Cento-Penzale esprime formale contrarietà al progetto di intervento edilizio nell'area ex Sim Bianca
Cento. Il suo era diventato il voto più conteso. Quello che poteva far cadere Tuzet all’assemblea legislativa dell’11 marzo 2008. Presso il notaio Forte era già depositata la lista con le dieci firme dei consiglieri pronti a dimettersi contemporaneamente. In caso di maggioranza assoluta, quindi 11 consiglieri su 20, il sindaco sarebbe caduto, dal momento che non si sarebbe potuto ovviare con la surroga dei dimissionari.
Ha riassunto in aula i mesi più tesi dell’amministrazione Tuzet Antonio Baroni. E lo ha fatto come testimone, chiamato a deporre nel processo che vede il primo cittadino accusato di istigazione alla corruzione e minacce (con Tuzet sul banco degli imputati ci sono anche il consigliere di Rinascita Centese Alessandro Gennari e l’imprenditore Marco Ferrari, vicino agli ambienti dello stesso gruppo politico).
E in quel periodo, consigliere della Destra oggi nel gruppo misto, era indeciso. È in quel frangente che gli arriva la prima offerta. Incontrò Marco Ferrari, che gli offrì 20mila euro (più avanti preciserà che il suo interlocutore non aveva con sé denaro o assegni Né sapeva dirgli da chi provenisse l’offerta). “Pensai a uno scherzo o a un tranello” confessa oggi ai giudici. Denunciò il fatto ai carabinieri. Paradossalmente fu proprio quell’offerta a convincerlo in senso contrario: “io tengo alla mia reputazione e aveva già iniziato a girare la voce intorno alla vicenda; quella proposta mi convinse a votare a favore di Tuzet”. Non prima, però, di aver incontrato lo stesso sindaco e aver ottenuto la promessa di un rimpasto di governo. Che avverrà con la sostituzione di vicesindaco e quattro assessori.
E intanto dai carabinieri Baroni tornò di nuovo. Era il 16 maggio 2008. Sempre per una denuncia. Questa volta relativa all’incontro che avvenne il 15 aprile in un bar tra lui e Alessandro Gennari (presenti Sandro Zaniboni e Tiziana Balboni che successivamente si recheranno con loro nello studio del notaio). Il consigliere di Rinascita centese gli accenna a quei 20mila euro (da consegnarsi in due tranche: un acconto di 5mila e altri 15mila a firma avvenuta), asserendo che provenivano “dalle forze politiche nemiche di Tuzet”, come specifica in interrogatorio Baroni.
Solo a quel punto Baroni pensò “che si trattava di una cosa seria e che i soldi ci fossero davvero”, tanto che – come ammette in aula – “senza di essa sarei stato più libero nel mio voto”.
A questo punto la sorpresa in aula: l’avvocato Di Maio, difensore di Gennari fa ascoltare in tribunale un nastro. È la registrazione, avvenuta all’insaputa del teste, di una conversazione privata avvenuta tra Baroni e Gennari. Dalla conversazione emergono frasi non troppo tenere verso i carabinieri di Cento e la rassicurazione fatta a Gennari che la denuncia sporta era generica e nei confronti di ignoti. “Sono indignato, sono bugie” riesce a dire Baroni prima che i giudici lo richiamino all’ordine.
Dopo Baroni tocca a Piero Lodi, oggi candidato sindaco e all’epoca vicesegretario comunale del Pd, introdurre l’altro argomento di discussione del processo. Quello relativo alle minacce alla madre di Carlotta Gaiani. Il periodo è all’incirca concomitante. Siamo a metà aprile. Tuzet chiede un incontro politico per parlare della crisi in atto con il Pd. In municipio si reca una delegazione composta dallo stesso Lodi, più il segretario Davide Gilli e Vasco Fortini.
Con sorpresa degli interlocutori, però, il sindaco fu molto vago e “mi colpì un brusco cambio di argomenti”, ricorda Lodi: “tirò in ballo la capogruppo Gaiani chiedendoci se non avesse di meglio da fare che attaccarlo; dovrebbe preoccuparsi piuttosto di sua madre (dipendente del Comune da 25 anni, allora ragioniera capo, ndr) perché ci sono tutte le condizioni per mandarla a casa”. A quel punto i componenti della delegazione si alzarono e uscirono.
Il prossimo 12 maggio il processo proseguirà con l’esame del notaio Forte, gli ultimi testi di parte civile per arrivare all’esame degli imputati.
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