Scienza e tecnologia
19 Aprile 2011
Uno studio sugli adolescenti mette in relazione attività cerebrale e predisposizione al rischio

Trasgressivi si diventa

di Redazione | 2 min

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di Erika Tenderini

Condotta negli Usa e pubblicata lo scorso marzo sulla rivista Neuron, una ricerca documenta l’importanza dell’attività protettiva di alcune cellule del cervello (neuroni) nell’adolescenza.

Fragili supereroi. Maggiore senso di omologazione e conformismo, crescenti divergenze con la famiglia e predisposizione a comportamenti a rischio (precoce abuso di sostanze, delinquenza o attività sessuale non protetta) sono caratteri distintivi della pubertà. La preoccupazione dei genitori è elevata, come testimonia il successo ottenuto dal progetto “Essere genitori” di Promeco attivo nel nostro territorio.

Alla base di questa voglia di trasgressione, tuttavia, non vi sarebbero solamente fattori sociali e subbugli ormonali: le reti neurali associate alla risposta affettiva giocherebbero un ruolo fondamentale.

Il “cervello emotivo”. La ricerca è stata condotta su di un campione di 38 partecipanti esenti da disturbi medici, psichiatrici o neurologici. Essi sono stati sottoposti a due sedute di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI): la prima all’età di 10 anni (tarda infanzia) e la seconda all’età di 13 anni (prima adolescenza). L’analisi è stata eseguita osservando la risposta di diverse regioni cerebrali alla visione di volti che esprimevano specifiche emozioni (collera, felicità, tristezza, paura e neutralità). Per ciascun soggetto, inoltre, sono state effettuate misurazioni relative alla resistenza alla peer pressure (influenza dei coetanei) e ad indicatori di comportamento a rischio e di delinquenza.

Comparazione fMRI (Fonte: Neuron 2011;69:1029-36)

Dall’analisi comparata dei dati raccolti, i ricercatori hanno potuto osservare come nei soggetti con aumentata suscettibilità alle opinioni degli amici e propensione al rischio ci fosse una diminuzione dell’attività in corrispondenza di un’area del cervello chiamata striato ventrale, nota per essere crocevia tra funzioni cognitive, motorie e motivazionali. Incrementi funzionali si sono registrati, invece, in soggetti responsabili e indifferenti al giudizio dei compagni (vedi immagine).

Lo studio, primo nel suo genere, offre una nuova prospettiva sulla comprensione dello sviluppo socio-emozionale negli adolescenti. Due sono i risultati rilevanti raggiunti dai ricercatori americani: da un lato, l’attribuzione di una funzione di protezione a questa particolare regione cerebrale, dall’altro, l’importanza di conoscere le risposte neurali per poter intervenire sulla loro regolazione, specialmente in situazioni di disagio comportamentale e relazionale.

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