Eventi e cultura
6 Marzo 2011
Pippo Santonastaso e il soprano Cosetta Gigli a Ferrara

Al Nuovo Il Paese dei campanelli

di Redazione | 2 min

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“Un paese lontano dove la fedeltà coniugale viene controllata da magici campanelli”. È “Il Paese dei campanelli” di Lombardo e Ranzato, l’operetta in tre atti in scena oggi alle 16.30 al Teatro Nuovo di Ferrara.

Composta nel 1923 andò in scena  il 23 novembre di quello stesso anno al Teatro Lirico di Milano.

Le cronache dell’epoca raccontavano che  dopo pochi giorni dal debutto al teatro Lirico, tutta Milano fischiettava i motivetti indovinatissimi dell’operetta.

La leggerezza del testo ha permesso a Pippo Santonastaso e Franco Pulvirenti di attuare un adattamento e una interpretazione, paragonabile ad una commedia musicale dal taglio notevolmente comico con degli ammiccamenti alla realtà contemporanea. Una regia che valorizza l’aspetto musicale , condito di lune romantiche e fiori che parlano al cuore, con dei brani ora dal taglio brillante come la popolarissima “Luna tu” , ora con una scrittura ricca di momenti lirici e arie cariche di sensualità e sentimento, in grado di evidenziare le potenzialità canore degli interpreti, come quella del “Duetto del ricamo”.

La storia  ruota intorno ad una vicenda di incroci multipli di coppie, peraltro trattata con leggerezza e bonaria ironia. Nella località – governata da un borgomastro e consiglieri comunali creduloni – le abitazioni hanno sopra la porta un campanello magico inattivo da sempre ma che per motivi misteriosi secondo una leggenda potrebbe suonare nel caso in cui all’interno della casa l’angelo del focolare cadesse nella tentazione di compiere un adulterio.

All’arrivo di una nave militare capitanata dal capitano Hans,  costretta da una avaria a gettare l’ancora in quel porto in attesa delle riparazioni, le cose si complicano allorché i campanelli cominciano a fare il loro dovere..

Un’operetta brillante, ricca di gags e doppi sensi, tra le più  apprezzate ed amate dal pubblico che segue questo genere di spettacolo, capace di miscelare con sorprendente efficacia, almeno nella maggior parte dei casi, la musica alla recitazione tipica del teatro di prosa.

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