Cento. Dopo aver deciso di non sfilare con i grandi carri allegorici a causa del maltempo, e in reazione alle pesanti dichiarazioni del patron, le società carnevalesche intervengono, in attesa dell’acceso incontro di stasera con Manservisi e l’organizzazione Cento Carnevale d’Europa. “Domenica mattina – racconta Cesare Govoni che partecipa da 46 anni al Carnevale, e uomo simbolo dei Ragazzi del Guercino – è venuto agli hangar il direttore generale del comune Gilberto Ambotta, sia alle 11.30 che alle 12.30, dicendo ‘si deve uscire’ e accusandoci di intaccare il prestigio del carnevale se non avessimo sfilato. Una cosa vergognosa. Con la pioggia insistente, e dopo due sfilate sotto l’acqua, la sfilata non si poteva fare, tanto più che nessuno, né Cento Carnevale d’Europa, né il comune erano disposti ad assumersi la responsabilità di eventuali danni, come richiesto dalle associazioni. E’ stato ancor più vergognoso veder sfilare i piccoli carri d’apertura. La gente si è sentita presa in giro anche perché, non è stata avvisata della mancanza dei carri al momento del pagamento del biglietto d’entrata” .
Secondo Govoni, il carnevale di Cento domenica ha perso quel credito conquistato in tanti anni di lavoro: “E’ ingiusto che il patron accusi le associazioni di scorrettezza, da sempre invece disponibili e chiamate ad anticipare, senza alcun acconto, i 60 mila euro per la realizzazione del carro”. Per le società dei Ribelli e dei Toponi, uscire domenica con un tempo simile sarebbe stato da “incoscienti, come scorretto è stato mandare Ambotta, dg del Comune che è solo l’esecutore di una manifestazione che fa invece capo al lavoro di centinaia di carristi. E’ sempre mancato il dialogo con l’organizzazione, da cui i carristi non vengono affatto considerati se non negli ultimi giorni prima dell’inizio delle sfilate”.
Per le due società, anche in questa occasione è mancato del tutto il confronto: “Manservisi ha mandato Ambotta che si è imposto con arroganza, ma nessuno, né chi rappresentava la società né il comune si sono voluti far carico della sicurezza e delle eventuali conseguenze su carri, impianti e persone”. Oltre alle proteste dei camperisti davanti alla sede di Cento Carnevale d’Europa, i Mazalora riferiscono di aver ricevuto domenica in piazza pesanti insulti dalla gente: “Ci siamo veramente vergognati. Del resto, uscire con i carri di cartapesta con un tempo simile significava compromettere tutte le prossime sfilate. Tutti avremmo voluto sfilare ma la pioggia avrebbe rovinato il lavoro di un anno”.
Certi di non volersi assumere la responsabilità dei rischi, i Mazalora attraverso Paolo Zanarini si dicono dispiaciuti della situazione che si è venuta a creare e delle conseguenze che ci potranno essere: “Quanto accaduto è il risultato dei litigi che si fanno da sempre, tra carristi e organizzazione del Carnevale. Gli uni per rivendicare i loro diritti e l’altro per tutelare i propri interessi. Senza rispetto e lealtà reciproci, non è possibile superare gli ostacoli. Confidando nel fatto che le cose si possano sistemare, riteniamo – chiude Zanarini – manchino le regole e il rispetto delle attuali stabilite dal regolamento”.
Tutte concordi le società poi, sul fatto che il carnevale di Cento è diventato di ‘serie A’ anche grazie all’impegno di tanti carristi che “hanno dimostrato e dimostrano quotidianamente di voler bene alla manifestazione, mentre l’organizzazione pare interessata solo a far cassa”.
Di tutt’altro avviso invece Giancarlo Dinelli, carrista da 50 anni e presidente dell’associazione Risveglio: “Con un pizzico di sacrificio si poteva uscire, andando incontro al Comune e all’organizzazione che sono venuti agli hangar, domenica mattina per chiederci uno sforzo, viste le tante presenze di camperisti e pullman arrivati a Cento per assistere al carnevale. Ammetto che avremmo corso dei rischi (visti gli impianti caricati sui carri), ma si poteva azzardare. Con un po’ di buon senso si poteva andare incontro dando una mano a Manservisi, facendo con i carri almeno un giro della piazza. Quello che ha detto il patron è vero – chiude infine Dinelli, che amareggiato preannuncia di voler lasciare dal prossimo anno l’incarico di presidente – per 2-3 mila euro in più, tutti avrebbero sfilato. Purtroppo il carnevale sta perdendo il suo valore originale, sono svanite le relazioni autentiche e, con la figura di domenica, sono stati gettati al vento 22 anni di lavoro. Il carnevale di Cento si è giocato l’immagine di evento d’eccellenza”.
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