Eventi e cultura
27 Febbraio 2011
La targa commemorativa posta in via Lollio è stata presentata ieri da Ferrariae Decus

Fratelli Aventi, restaurata la lapide dell’Unità

di Redazione | 2 min

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“Francesco Conte Aventi, alla causa della libertà, consacrò vita, dovizie. Carlo Conte Aventi, volontario a Cornuda, cadde combattendo nel 1848. A memoria ed esempio la Società dei Reduci pose 16 – 3 – 1903”
È ciò che si legge sulla targa commemorativa posta al civico 15 di via Alberto Lollio. La targa è stata infatti appena restaurata grazie all’associazione Ferrariae Decus, come contributo al programma per i 150 anni dell’Unità d’Italia. E ieri, sabato 26 alle 11, la lapide è stata presentata nel corso di una manifestazione inserita nel calendario delle celebrazioni promosse dall’Amministrazione comunale per l’anniversario nazionale, che ha visto l’intervento del vicesindaco Massimo Maisto, assieme a qualificati relatori e discendenti della famiglia.

Il Palazzo Aventi, detto di Laura Dianti, sul cui prospetto si trova posizionata la lapide restaurata, fu fatto costruire nella prima metà del XVI secolo dal duca Alfonso I d’Este in luogo di alcune case preesistenti per farne la residenza di Laura Dianti, divenuta la sua amante dopo che la moglie Lucrezia Borgia nel 1519 era passata a miglior vita. Alla fine del ‘500 l’immobile passò da Cesare d’Este ai Bentivoglio, che nel 1604 lo vendettero ai Bellagrandi, mentre dal 1629 e per i secoli successivi risulta di proprietà dei conti Aventi di Sorrivoli. Lo storico fabbricato ora appartiene agli eredi di quest’ultima nobile famiglia, cioè ai fratelli Ghini.
La facciata del palazzo è il risultato delle trasformazioni operate soprattutto a partire dal XVIII secolo, epoca a cui secondo alcuni studiosi appartiene il portale marmoreo. Anche gli ambienti interni, dove rimarrebbero soltanto due soffitti originari (di cui uno pesantemente ridipinto), sono stati ristrutturati nel tempo, come testimoniano le decorazioni ottocentesche di alcune stanze del piano nobile.
Tuttavia, le origini rinascimentali del palazzo sono leggibili, tra l’altro, nel soffitto ligneo dell’androne, che dà accesso ad un’ampia corte interna circondata da alti muri di cinta.

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