Non so se molti la pensano come me, probabilmente, anzi di certo, no. Io adoro quella pittura dove l’indifferenza e l’ostilità la considerano stupida. La pittura che intendo è la pittura degli uomini semplici, di coloro che non hanno mai visto un professore e che si danno alla pittura come i passerotti al cinguettio, per proprio impulso naturale, fornendo al critico spregiudicato documenti curiosi di ciò che possa una facoltà creativa abbandonata a se stessa, con le sole risorse native, divenire riflessione, sensibilità e amore in ogni suo dipinto.
Il ciarlatanismo e l’ostilità per quanto concerne le genuine espressioni è sempre la stessa: e chi ha fatto o sta facendo qualcosa di buono può esser almeno sicuro di passar misconosciuto accanto ai soliti in auge, e di crepar di miseria, ove la fortuna non lo soccorra, o non trovi fuori di qui chi sia capace di apprezzarlo e di aiutarlo. Mi dispiace di doverlo dire ma è così. Tutto questo preambolo l’ho scritto ad esempio, che non ha niente di opportunistico, dato che il pittore di cui intendo parlare non ha nulla da aspettarsi che giovi al suo interesse e data anche la matematica sicurezza che le mie parole cadranno nel vuoto, come tante altre, mie e di altri, intese a segnalare qualcosa di buono o a scongiurare qualcosa di pessimo. Grande rispetto per il pittore ferrarese, umile e dignitoso, nella persona di Domenico Graziani.
Laura Rossi, operatrice artistico-culturale