Le perizie sembrano scagionare i due medici dall’accusa di lesioni gravi colpose. Nel 2009, durante un’operazione per l’asportazione di un tumore, un paziente, un ferrarese di 68, subì una grave menomazione, con la deviazione permanente di una parte dell’intestino.

Durante l’intervento avvenne la rottura dell’uretere, subito saturata. Il 68enne però citò in giudizio i due medici che lo avevano operato

Ieri in incidente probatorio sono stati esaminati davanti al gip Silvia Marini i periti nominati dal tribunale  Perizia il medico legale Rossella Snenghi e il chirurgo Fabio Zangrandi, entrambi di Padova. I due avrebbero confermato che la scelta del tipo di intervento e la sua esecuzione furono corretti. La stessa lesione dell’uretere sarebbe un evento prevedibile ma non evitabile n certi frangenti in letteratura.

Sul consenso informato invece i due specialisti non si sarebbero pronunciati nel merito.

Dopo quest’esame il pm Barbara Cavallo, titolare del fascicolo, potrebbe chiedere – secondo la difesa -anche l’archiviazione.