Argenta
25 Settembre 2010
Pdl e Ar chiedono lumi sul Consorzio: “Risultano anche una sede ad Ancona e spese per soggiorni in Sardegna”

Omniacom, le opposizioni contro un ‘muro di gomma’

di Redazione | 5 min

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Nella foto, da sinistra, il presidente di Omniacom Andrea Ricci, l’ad Primo Cerri e il rag. Massimo Bonetti

Argenta. I gruppi consiliari Popolo della Libertà ed Argenta Rinnovamento intervengono nuovamente sulla vicenda relativa ad Omniacom, il consorzio pubblico-privato con il compito di erogare i servizi universitari per conto dell’Università di Ferrara, che vede il Comune di Argenta fra i suoi soci e un bilancio gravato da un passivo di oltre un milione di euro.

“Denunciamo con forza il disinteresse dell’amministrazione comunale di Argenta a proposito della situazione del Consorzio Omniacom – attaccano le opposizioni -. Dopo la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura di Ferrara, ogni ulteriore tentativo, da parte nostra, di esercitare il controllo istituzionale si è scontrato con la tenace resistenza del sindaco e dell’amministrazione comunale”.

Pdl e Ar affermano che la richiesta di accesso agli atti, risalente allo scorso 4 giugno, sarebbe stata solo parzialmente soddisfatta e Antonio Fiorentini non avrebbe ancora pienamente assolto all’obbligo di consegna dei documenti. “Dalla corrispondenza – continuano i due gruppi – emerge la mancanza di informazioni dello stesso Comune, il quale si limita a girare la richiesta ad Omniacom. Immaginiamo stia ancora aspettando”.

Secondo le minoranze “appare con tutta evidenza che il proposito annunciato dal sindaco di “monitorare” il Consorzio non trova alcun riscontro nella realtà, considerato che il Comune non possiede la necessaria documentazione”. Ancora, “non si conoscono le cause dell’enorme debito accumulato, perché neppure si conosce l’elenco dei creditori, anche questo più volte richiesto”.

Le istanze del Comune di Argenta “non sono tenute in alcuna considerazione e questo nonostante esso non sia soltanto uno dei soci, ma anche un creditore, probabilmente il primo fra tutti. Infatti il Comune è esposto per una somma imprecisata, dovuta presumibilmente al mancato rimborso delle utenze, mentre il sindaco Giorgio Bellini (attuale assessore provinciale all’Ambiente, ndr), rispondendo ad una precisa domanda, assicurò al Consiglio Comunale del 27.07.2006 che Omniacom se le accollava”.

Non basta. A ciò si aggiungono “i 200mila euro circa per affitti non pagati a Soelia (azienda, come è noto, interamente partecipata dal Comune). Insomma, i cittadini argentani sono diventati soci di un consorzio che si ritrovano loro malgrado a finanziare, ma il loro sindaco non si preoccupa di tutelarli adeguatamente”. E ancora: “non sono fugati del tutto i dubbi sulla possibile chiamata del Comune a rispondere della sua quota di debiti del Consorzio. Suggeriamo al sindaco di verificare quelle fonti di spesa che lo stesso Piano di risanamento redatto da Omniacom nell’aprile 2009 indicava fra le principali cause del debito e che affermava di poter ridurre del 65-70%: spese telefoniche, di trasferta e di rappresentanza. Risultavano infatti decine di collaboratori dotati di cellulari di servizio, tour promozionali con soggiorno in Sardegna ed altre località del Sud Italia e così via”.

Pdl e Ar toccano poi un altro punto. Un punto “lontano” da Argenta. “La Onlus con sede ad Ancona – scrivono -, che opera anch’essa con il nome Omniacom, è una circostanza della quale non pare essere stata compresa fino in fondo la gravità. La presenza di un organismo “parallelo” che adotta lo stesso nome e lo stesso indirizzo internet, che offre identiche prestazioni, spesso agli stessi clienti, avvalendosi però di un regime fiscale più favorevole, non è cosa di poco conto”.

Le minoranze chiedono, per inquadrare meglio i reciproci rapporti, di conoscere il contenuto delle due lettere che Marcello Giacomantonio inviò ad Omniacom dopo le sue dimissioni da amministratore delegato. Lettere chieste formalmente al primo cittadino argentano ma non ancora ricevute. “Così come sarebbe bene – aggiungono Pdl e Ar – che il sindaco si preoccupasse almeno di conoscere i nomi di coloro che hanno costituito la Onlus di Ancona. Anche perché risulta dai verbali che il precedente amministratore delegato ne aveva preannunciato la costituzione in sede di comitato di indirizzo”.

Il cahier de doléances non si ferma qui. Pdl e Ar sostengono che “non c’è mai stata completa chiarezza sull’identità dei soci del Consorzio. Più volte abbiamo denunciato le informazioni contrastanti contenute nei libri sociali, tenuti senza rispettare le norme del codice civile, come fu rilevato dal collegio sindacale. Tuttavia, sulla presenza del Comune di Comacchio, particolarmente rilevante in quanto soggetto “pubblico” in un consorzio misto, parevano non esserci dubbi”.

“Prima il sindaco Bellini nel Consiglio Comunale del 28.11.2007 e successivamente il sindaco Fiorentini 31.05.2010 – ricordano-, ne avevano assicurato la presenza fra i soci. Noi siamo in grado di documentare che il Comune di Comacchio ha posto fine al rapporto con Omniacom addirittura l’11.10.2007. Di tale recesso doveva essere a conoscenza il rappresentante del Comune di Argenta nel Consorzio, il dirigente del Settore cultura, quale componente sia del consiglio di amministrazione, che della commissione di indirizzo. Nonostante ciò, stando a quanto afferma il collegio sindacale, i libri sociali continuano a riportare il nome di Comacchio fra i soci. Lo stesso  avviene nel business plan del marzo 2010, redatto dall’ad Cerri. Non siamo in grado di comprendere come due diversi sindaci, nell’arco di tre anni, possano avere taciuto su un evento di tale rilevanza”.

“Alla luce di tutto ciò – concludono Pdl e Argenta Rinnovamento -, riteniamo debba essere oggetto di attenta valutazione l’operato del rappresentante del Comune in Omniacom, Alberto Biolcati Rinaldi. Questi risulta presente in ogni fase della vita del Consorzio, componente del CdA e del Comitato di Indirizzo. Egli doveva avere consapevolezza delle condizioni di bilancio e quindi del mancato pagamento, per anni, dell’affitto al Comune e della utenze a Soelia. Doveva sapere dell’intenzione di costituire una Onlus che sarebbe risultata un insidioso concorrente, del recesso di Comacchio e della transazione economica che ne era conseguita”.

“Resta poi da capire – infine – se egli abbia debitamente informato i sindaci e gli amministratori che si sono succeduti in questi anni, rispetto a ciò che andava accadendo nel consorzio Omniacom. Se, cioè, in particolare su Comacchio, i sindaci abbiano mentito sapendo di mentire, oppure abbiano semplicemente raccontato quanto loro riferito dal dirigente. Non sappiamo dire quale ipotesi sia peggiore”.

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