Politica
6 Agosto 2010
Dopo le dichiarazioni in conferenza stampa, il ministro corregge il tiro

Palio di Ferrara a rischio? Dietrofront della Brambilla

di Marco Zavagli | 2 min

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Palio di Ferrara a rischio? Dopo l’uscita del ministro Brambilla qualche contradaiolo sarà sbiancato a sentire la corsa dei cavalli paragonata alle corride. Ma la titolare al dicastero del Turismo ha fatto subito retromarcia: “non ho proposto l’abolizione di alcuna manifestazione”.

Tutto è nato ieri, nel corso di una conferenza stampa nel corso della quale Michela Vittoria Brambilla ha puntato il dito contro le manifestazioni che usano animali, annunciando controlli per segnalare quelle più pericolose, nel corso delle quali possono verificarsi incidenti e morte. Il tutto condito da un paragone che ci sembra esagerato: “certi palii sono come le corride”; anunciando di seguito un decreto per stabilire i contributi agli enti pubblici per le iniziative e le manifestazioni turistiche che non comportino lo sfruttamento di animali.

Il ministro bissa poi la gaffe prendendo come paragone l’esempio della la Spagna e l’abolizione della corrida (“se lo hanno fatto loro anche noi possiamo rinunciare a qualche corsa o palio”). In realtà la legge inibitoria appartiene alla Generalidad della Catalogna e c’è da sottolineare che nella regione autonoma di Barcellona la corrida è tutt’altro che sport nazionale e anche in termini di tradizione non si possono fare confronti con il resto della Spagna. In Catalogna c’e solo una grande arena, quella di Barcellona, e si corre poco più di una dozzina di gare l’anno.

Ma rimanendo in Italia, dopo le dichiarazioni del ministro, nel giro di poche ore è arrivata la replica da Siena, città storica del palio, con il sindaco che ha minacciato di adire le via legali contro le dichiarazioni giudicati “vergognose”. Tra l’altro Siena, così come Ferrara, ha applicato nelle ultime edizioni le norme contenute nell’ordinanza del sottosegretario Francesca Martini per la tutela degli animali.

La Brambilla è stata quindi costretta a correggere il tiro, ripiegando su una parziale rettifica. Il ministro alla fine nega di voler abolire qualsivoglia manifestazione, ma ritiene “doveroso dare luogo ad un’approfondita analisi del panorama delle feste popolari che hanno luogo nel nostro paese e che coinvolgono gli animali per valutare se esse siano tutte portatrici di positivi benefici della nostra immagine all’estero o se per alcune di esse prevalgano gli effetti negativi legati allo sfruttamento degli animali”.

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