Sui quotidiani locali del 14 luglio, Samuele Lodi di Fiom-CGIL torna sul tema delle mobilità aperte presso lo stabilimento Lamborghini Calor di Dosso, esprimendo giudizi fortemente critici sull’operato della Provincia. Per contribuire a fare chiarezza sui fatti accaduti, pare utile richiamare che già nell’accordo tra le parti siglato in data 18 maggio, azienda e sindacati – Fiom-CGIL compresa – hanno convenuto che venissero messi in mobilità tutti quei lavoratori che, nel corso dei 12 mesi di durata della Cassa Integrazione Straordinaria, non facessero a ciò opposizione, per aver trovato altrove un posto di lavoro, o per aver maturato l’età anagrafica per la pensione.
Detto ciò la Provincia ha valutato l’ultimo accordo nella logica di lasciare aperte delle opportunità aggiuntive, visto che la mobilità potrà essere solo volontaria e non darà origine a nessun vincolo per i lavoratori. La Provincia stessa infatti al tavolo ha fortemente sottolineato la necessità che le iscrizioni alle liste di mobilità avvengano solo laddove i lavoratori non dichiarino la loro opposizione, ricevendo garanzie in tal senso dall’azienda, scritte nero su bianco nell’accordo. Perciò non solo verrà avviato un monitoraggio della procedura, ma è ferma volontà della Provincia pretendere il rispetto dell’accordo così come sottoscritto, al fine di garantire la massima tutela dei lavoratori.
Quanto al rischio di “creare precedenti pericolosi”, ogni crisi è un caso a sé, e si riconduce a causali e strategie aziendali differenti. Nulla vieta, anche per Lamborghini Calor, che al termine di questo periodo di cassa le parti possano valutare la richiesta di ulteriori interventi degli ammortizzatori sociali, eventualità già contenuta nell’accordo di maggio firmato anche da Fiom-Cgil.
La Provincia nei tavoli di gestione delle crisi aziendali sta cercando di svolgere con equilibrio un ruolo di mediazione tra le parti sociali che nei momenti di crisi come quello che stiamo affrontando non è certo semplice. L’intento dell’Istituzione è di farsi garante di percorsi che siano trasparenti e quanto più possibile condivisi, volti alla tutela dei lavoratori e alla salvaguardia delle realtà produttive, nella consapevolezza che il lavoro c’è e ci sarà soltanto se ci saranno imprese che creano occupazione.
La Provincia continuerà ad esercitare con convinzione questo ruolo. Il periodo che dobbiamo affrontare sul nostro territorio sarà un periodo molto pesante anche per i risvolti occupazionali. L’unità di intenti e la condivisione dei percorsi tra le parti sociali rappresentano una condizione imprescindibile perchè possano essere messe in campo strategie efficaci.
Ufficio di Presidenza della Provincia di Ferrara