Egregio direttore,
siamo alunni del Liceo Classico Ludovico Ariosto di Ferrara che vogliono attirare l’attenzione dei Suoi lettori su un problema apparentemente circoscritto alla sfera giovanile della socializzazione, ma che in realtà coinvolge un ambito ben più vasto, anche economico.
Ci spieghiamo subito meglio: per ragioni esclusivamente di economia scolastica, una classe, una quinta ginnasio, è stata smembrata ed i suoi componenti sono stati inseriti in classi parallele.
Come speriamo risulti palese dalla nostra lettera, i problemi che scaturiscono da questa decisione imposta dalla così tanto discussa riforma Gelmini, vanno ben oltre la “semplice” rottura di quei legami di amicizia e di inserimento degli alunni, che sono la base imprescindibile di un proficuo lavoro scolastico. Infatti le difficoltà che questa discutibile operazione crea sono anche le seguenti:
- inserirsi in un’altra classe significa quasi sicuramente acquistare nuovi testi scolastici. Nonostante questa ridistribuzione degli alunni avvenga durante il passaggio della classe da biennio a triennio, la spesa sarà comunque ingente e la famiglie si troveranno di fronte ad una spesa quantificabile come quella effettuata appena due anni prima, in occasione dell’iscrizione in prima Liceo dell’alunno. Tutto questo è in evidente contraddizione con uno degli intendimenti fondamentali del Ministro Gelmini, vale a dire la riduzione delle spese che le famiglie italiane devono sostenere per i libri di testo. Tenuto conto che lo smembramento della classe pare una conseguenza della riforma della scuola superiore del medesimo Ministro Gelmini, ci chiediamo quale sia la logica di questa operazione.
- una riforma scolastica che si rispetti dovrebbe migliorare la qualità dell’istruzione e fornire gli strumenti ad insegnanti ed alunni per raggiungere obiettivi culturali e competenze tali da rendere la scuola italiana finalmente competitiva nell’ambito europeo ed anche mondiale, visto che siamo in un’epoca di globalizzazione. Appare chiaro a tutti che un proficuo lavoro scolastico si può realizzare solo nell’ambito di classi con un numero contenuto di studenti, in modo che gli insegnanti possano svolgere nei confronti di ogni singolo alunno interrogazioni e verifiche frequenti per accertarne il livello di apprendimento e avere la possibilità di intervenire efficacemente in caso di difficoltà. Fare questo con una media di circa 20 alunni è sicuramente possibile, con un minimo di 27 pensiamo sia pura e fallimentare utopia!
- allontanando il nostro sguardo dalla classe che a partire dal prossimo anno scolastico si troverà smembrata e posandolo sulle future classi prime, la situazione appare ancora più contraddittoria. Infatti il numero minimo di alunni per le classi prime in qualsiasi istituto superiore è 27, ma tale divisore non è applicato in base agli indirizzi di studio: esso viene utilizzato per formare tutte le classi prime che la scuola può costituire. Ciò significa che un certo numero di alunni che ha fatto domanda per un determinato indirizzo di studio che, però, non vede la formazione di un numero sufficiente di classi, si vedrà costretto a cambiare piano di studio o addirittura istituto. Ricordiamo che la scuola superiore è una delle tappe fondamentali durante il percorso di formazione di noi ragazzi, e non soltanto dal punto di vista didattico, ma anche morale: dalle scuole superiori escono persone adulte che hanno costruito il proprio futuro ed il proprio carattere, che hanno deciso cosa fare della propria vita grazie agli studi ed ai compagni. Come è possibile chiedere a questi futuri cittadini di cambiare la propria scelta per motivi “numerici”?
- un altro punto fondamentale su cui ci piacerebbe porre la Sua attenzione e quella dei Suoi lettori riguarda la sicurezza degli ambienti scolastici, sia per quanto riguarda il ricambio d’aria necessario per la convivenza di un minimo di 27 persone per classe, sia la capienza massima che un aula può raggiungere. Secondo il Decreto Ministeriale del 18 dicembre 1975, il cui comma 3 dell’art. 5 è tuttora valido, il rapporto tra il volume di aria introdotto ogni ora nell’ambiente e il volume dell’ambiente stesso per una scuola secondaria di secondo grado, come un Liceo, deve essere 5. A noi studenti basta un metro a nastro ed altre poche informazioni per verificare se il Decreto è rispettato. Inoltre, sempre secondo lo stesso Decreto Ministeriale, ogni alunno ha diritto ad 1,96m2 di spazio. Anche in questo caso è possibile controllare facilmente se le nostre aule sono concordi al Decreto.
Noi studenti cercheremo di fare tutto il possibile per far conoscere la situazione in cui ci troviamo noi ed i nostri compagni in tutta Italia e per provare a far sentire la nostra voce dall’interno dell’Istituzione scolastica. Se ciò non fosse abbastanza, siamo a conoscenza della possibilità di chiedere alla Regione la formazione di gruppi lavoro previsti dall’Intesa Istituzionale, raggiunta nella Conferenza Unificata del 28 gennaio 2009 per prevenire e fronteggiare le eventuali situazioni di rischio connesse alla vulnerabilità di elementi anche non strutturali negli edifici scolastici.
A questo punto chiediamo ai lettori se un’operazione come quella ora in atto nelle scuole rappresenti un reale miglioramento dell’istruzione italiana e se una riforma degna di questo nome possa includerla nei suoi punti!
Grazie della possibilità che Lei ci ha concesso.
Distinti saluti.
Noi studenti