10 Maggio 2010

Le discariche che dovevano scomparire

di Redazione | 4 min

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S’era detto che ingoiare il rospo dell’ampliamento dell’inceneritore di Ferrara ci avrebbe permesso di risparmiare il territorio dalle pericolose discariche, che percolano reflui dannosi per il suolo e le acque.

Era l’obiettivo primario del Piano gestione rifiuti (PPGR) approvato il 27 ottobre del 2004, con valenza fino al 2012. Basta infatti prendere il “Verbale incontro pubblico 06/12/2004” a Jolanda di Savoia relativo al progetto di “riprofilatura, normalizzazione morfologica e saturazione dei valli discarica Crispa 5° lotto” presentato dalla ditta Area s.p.a. per leggere testualmente dall’intervento di Golinelli (ex assessore Ambiente, Agenda 21 locale Cooperazione internazionale della Provincia di Ferrara): “il PPGR dice in maniera chiara che quando entrerà in funzione l’inceneritore di Canal Bianco non verranno più portati rifiuti in discarica”.

Ma un paio di anni più tardi esce la delibera provinciale del 6 febbraio 2006 avente il seguente oggetto:Attuazione dello scenario del Piano Provinciale Gestione Rifiuti della Provincia di Ferrara(P.P.G.R.): individuazione spazi discariche e flussi di smaltimento di rifiuti urbani e rifiuti speciali.” che recita così:L’utilizzo delle discariche esistenti e dei prossimi ampliamenti delle medesime dovranno garantire il fabbisogno di smaltimento dei rifiuti nell’arco temporale 2005-2012 corrispondente al periodo di validità del vigente Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti (PPGR ). In particolare, la realizzazione degli ampliamenti di discarica dovrà essere, nel tempo, coerente con la necessità di governare, oltre allo smaltimento dei Rifiuti Urbani, anche lo smaltimento dei Rifiuti Speciali non pericolosi nelle medesime discariche (Rifiuti Speciali Assimilabili e le scorie del forno inceneritore).

Il presente documento individua lo schema delle discariche da utilizzare nel periodo di validità del PPGR per il fabbisogno di smaltimento dei RU e RS non pericolosi.

RESIDUI DISCARICHE al 01/01/2005 – Gestori Potenzialità (t)
AREA Vallo II/III (parte circa 10.000 è stato utilizzato per rifiuti abbandonati) Jolanda 15.000
SICURA Comacchio 15.000
SOELIA Argenta 85.000
SITA Sant’Agostino 50.000
TOTALE Residui 165.000

 

AMPLIAMENTI NECESSARI PER SODDISFARE RISPOSTA RU, RSPECIALI E SCORIE 2005-2012 GESTORI Potenzialità (t)
SICURA (già autorizzato) 260.000
AREA (già autorizzato – conversione ex IIB a RU e RS) 320.000
CMV Nuovo ampliamento discarica (medio-lungo periodo RS e scorie) dal 2008 al 2012 * 190.000
Totale ampliamenti 770.000

 

* si individua come sito per la realizzazione della “nuova discarica” a servizio di Rifiuti Speciali e Scorie il sito di Sant’Agostino, salvo verifica della compatibilità ambientale del progetto specifico

Il flusso di rifiuti urbani da conferire nelle discariche esistenti e/o in progetto di ampliamento considera che nel corso del 2008 il nuovo inceneritore possa entrare in funzione con la piena potenzialità; a partire da tale data il rifiuto urbano sarà inviato o all’inceneritore e/o al trattamento meccanico biologico di Ostellato e non sarà più possibile smaltirlo nelle discariche provinciali, ad esclusione dei fermoimpianti.

Dunque ancora nel 2006 si ribadiva che le discariche sarebbero andate in dismissione salvo la costruzione di una nuova discarica per rifiuti speciali e scorie, le quali ultime il neo assessore provinciale Bellini dichiara su Estense.com di mandare fuori provincia (ammettendo che ci sia differenziazione tra scorie e ceneri, di cui effettivamente lui parla), ma che secondo i dati forniti dall’OPR (Osservatorio provinciale rifiuti) sono stati avviati in discarica per una percentuale pari al 20% nei primi otto mesi del 2009, quando è entrato in funzione l’inceneritore potenziato che smaltisce solo i rifiuti speciali prodotti a Ferrara e non recepisce rifiuti speciali provenienti da fuori provincia, come accade invece per le discariche, tra le quali quella di Molino Boschetti che arriva al 75.1%.

All’interno dello stesso OPR ammettono che l’obiettivo di raccolta differenziata  previsto dal PPGR è stato mancato, che esiste ancora il problema di smaltimento di rifiuti urbani in discarica nonostante l’uso a pieno regime dell’inceneritore e che le discariche sono collettori per rifiuti non provinciali. Dunque abbiamo l’inceneritore e le discariche e la differenziata continua a mantenere forti divari tra quantitativo raccolto e quantitativo effettivamente recuperato. Basta guardare i 17 comuni di Area che raccolgono 52,4% e avviano a recupero 44%, contribuendo ad un dato provinciale della raccolta differenziata al 42,5%, nel secondo quadrimestre del 2009, contro il 39,3% effettivamente avviato a recupero.

Quello scarto tra i due valori diventa a sua volta rifiuto speciale non del comune di Ferrara e come tale avviato in discarica. Restano pochi commenti da fare, se non che gli amministratori non sono in grado di garantire condizioni che non dipendono da loro ma da gestioni di fatto private e, quando anche pubbliche, permeate da presunte illegalità sottaciute o alimentate. È il caso di Area che, si legge sulla cronaca quotidiana, vede ben quattro indagini aperte: un presunto ampliamento irregolare della discarica Crispa, l’appalto alla coop Brodolini, il “pasticcio” con la società Riusa e per finire investimenti non chiari in Africa.

Marzia Marchi, presidente Legambiente Ferrara

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