Concerto d’organo per San Giorgio e San Maurelio
Mercoledì 7 maggio alle ore 21 presso la Basilica-Santuario di San Giorgio l'organista titolare del tempio M° Luigi Locatelli
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Mentre continua la normale attività rappresentata dai corsi di musica, a Musijam si riprende ad attivare collaborazioni proficue e stimolanti con gruppi e associazioni che operano in diversi campi, giacché "quelli di Musijam" credono nel valore della persona e nell’importanza dell’operare all'interno di reti di solidarietà
Appuntamento con il pianoforte romantico per Ferrara Musica al Ridotto del Comunale, domenica 4 maggio alle ore 10.30. La matinée, frutto della collaborazione con l'Associazione Ensemble
Dopo il grande successo riscosso a dicembre, tornano in esposizione 34 copertine illustrate di The Ferrareser, che hanno raccontato Ferrara attraverso l’arte, la grafica e la narrazione visiva
Mercoledì 30 aprile si è svolta la cerimonia di premiazione XIV Concorso Artistico Nazionale – Premio Celommi 2025 delle Sezioni Scuola Secondaria di Secondo grado e Licei Artistici presso l’Aula Magna dell’Università di Teramo
Se la ricchezza di una città si misura anche dalla sua collezione di tesori d’arte sacra, allora Ferrara non ha davvero nulla da invidiare alle sue sorelle maggiori. A dimostrarlo ancora una volta sarà l’ormai celebre coppia di ciceroni d’eccezione Francesco Scafuri e Giovanni Sassu, che per il mese di maggio hanno selezionato, nel vasto repertorio a disposizione, tre nuove chiese cittadine da mostrare e raccontare al loro pubblico di affezionati.
Le prescelte sono la chiesa dei Teatini, quella di San Benedetto (nella foto) e quella di Santo Spirito protagoniste rispettivamente delle visite guidate di domenica 9, 16 e 30 maggio.
Aperto a tutti gli amanti delle bellezze cittadine, il nuovo ciclo di incontri ricalca lo stile dei tre precedenti, e vedrà il responsabile dell’ufficio ricerche storiche del Comune Francesco Scafuri Scafuri impegnato nella descrizione delle vicende architettoniche e devozionali degli edifici sacri e il curatore dei Musei civici d’Arte antica Giovanni Sassu alle prese con l’illustrazione delle opere d’arte e degli elementi decorativi che ne impreziosiscono gli interni.
“Abbiamo scelto per questa occasione – ha riferito in conferenza stampa Francesco Scafuri – una chiesa di origine rinascimentale, come San Benedetto, che è stata protagonista di innumerevoli vicissitudini e, assieme ad essa, altri due templi di grandi dimensioni, poco conosciuti dai ferraresi, anche se di notevole importanza. Sarà quindi una sorpresa scoprirne la storia, che come sempre si lega a quella dell’area in cui sono situate, e che racconteremo nella consueta maniera semplice ma puntuale, riportando notizie tratte da un’ampia bibliografia e da ricerche d’archivio”.
Nel ringraziare l’Arcidiocesi per il proprio contributo organizzativo, l’assessore ai Beni monumentali Aldo Modonesi ha ricordato come le iniziative delle visite guidate alla scoperta del patrimonio cittadino siano il frutto di una felice intuizione della passata legislatura, sempre coronate da un ampio successo di pubblico. “Segnale questo – secondo Modonesi – della grande attenzione e dell’affetto dei ferraresi per la loro città, e stimolo per l’Amministrazione comunale a mantenere alto il livello di impegno per la tutela dei beni storici e artistici”.
Auspici per la buona riuscita di questo quarto ciclo di visite sono stati espressi anche dal vicario generale della Curia mons. Antonio Grandini che ha sottolineato come le chiese scelte siano di grande interesse per le vicende storiche che le hanno viste protagoniste, oltre che per le opere conservate al loro interno.
Questi gli appuntamenti in programma della rassegna “Chiese a Ferrara tra storia, fede e arte – Conversazioni nei luoghi di culto”:
(Testi a cura di Francesco Scafuri e Giovanni Sassu. Organizzazione a cura di Ilaria Franciosi e consulenza bibliografica di Sandra Sarasini – ufficio ricerche storiche Comune di Ferrara)
Chiesa di Santa Maria della Pietà dei Teatini
(Corso della Giovecca, 54)
Domenica 9 maggio, ore 11,45
Luogo di ritrovo: Sagrato della Chiesa
Costruita su progetto dell’architetto Luca Danese (Ravenna 1598 – Cento 1672), secondo alcune fonti la prima pietra della Chiesa fu posta nel 1629 dal cardinale Giulio Sacchetti. L’edificio di Culto, aperto il giorno di Pasqua del 1653, venne poi consacrato soltanto nel 1678. Per la costruzione del Tempio, voluto dai padri Teatini, furono reimpiegati anche materiali della demolita delizia estense di Belfiore, che un tempo insisteva a nord della città. L’annesso convento, dopo la soppressione napoleonica, già nel XIX secolo venne in gran parte trasformato in uffici e botteghe.
La semplice facciata della Chiesa, interamente in cotto, doveva essere nobilitata da un rivestimento lapideo, proposito che però non fu attuato; l’ampia piazza antistante fu realizzata appositamente nel XVII secolo, a seguito della demolizione di costruzioni precedenti, cosicché il sagrato venne dimensionato in relazione alla visibilità del prospetto principale e alla consistente affluenza di fedeli, in ossequio alle prescrizioni tridentine. L’interno della Chiesa, dalle dimensioni decisamente ragguardevoli, è caratterizzato da un’ampia aula rettangolare, arricchita da Cappelle laterali, di cui due più ampie che offrono l’illusione di un transetto.
La facciata, il soffitto ed altre parti del Tempio subirono gravi danni durante i bombardamenti del 28 gennaio 1944, che resero necessari importanti restauri.
All’interno l’opera di maggior pregio è senz’altro la pala seicentesca raffigurante la Purificazione della Vergine, collocata sul terzo Altare a sinistra, dipinta dal grande Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino. Altre decorazioni di notevole pregio illustrano l’iconografia teatina: è il caso dei dipinti di Alfonso Rivarola detto il Chenda (San Gaetano da Thiene adora il crocifisso, 1635 circa) e di Giuseppe Avanzi (Storie di San Gaetano da Thiene, 1680 circa) che adornano la terza cappella a destra, dedicata al fondatore dell’Ordine.
Illustrano episodi della vita dello stesso santo anche i dipinti murali del presbiterio, realizzati attorno al 1671 da Clemente Majoli.
Chiesa di San Benedetto
(Piazzale San Benedetto angolo Corso Porta Po)
Domenica 16 maggio, ore 12,15
Luogo di ritrovo: Sagrato della Chiesa
Edificata per i monaci benedettini di Pomposa, costretti ad abbandonare la loro sede a causa della malaria e delle difficoltà economiche, la Chiesa assume nell’Addizione Erculea una grande valenza urbanistica ed architettonica. Il 3 luglio 1496 il duca Ercole I d’Este e Nicolò Maria d’Este (vescovo di Adria) posero la prima pietra dell’edificio di Culto che, secondo diversi autori, fu progettato da Biagio Rossetti e da questi condotto fino al primo ordine. Ma il grande architetto di corte non riuscì a vedere finita la sua opera; infatti, i lavori furono in gran parte ultimati tra il 1535 e il 1553, mentre la consacrazione del Tempio avvenne solo dieci anni dopo, nonostante la mancanza del campanile, costruito su disegno di Giovan Battista Aleotti tra il 1621 ed il 1646.
Va chiarito, poi, che la Chiesa attuale é frutto della ricostruzione (eseguita dal 1952 al 1954) di quella rossettiana, violentemente colpita dai bombardamenti del 1944, che praticamente rasero al suolo l’antica costruzione, ad eccezione di alcune strutture portanti e delle arcate della navata centrale. Quella attuale, tuttavia, rispecchia l’impianto e le caratteristiche principali della Chiesa originaria. La pianta, perfetta dal punto di vista geometrico, è a croce latina con tre navate e sei Cappelle per lato. Ben congegnate anche le due finestre poste lateralmente ad ogni Cappella, che proiettano all’interno flussi luminosi incrociati.
La facciata, sia pure anch’essa ricostruita, é perfettamente proporzionata perché la lunghezza della base é uguale all’altezza massima, quindi potrebbe essere inscritta in un quadrato; da notare, infine, che la trabeazione tra il primo ed il secondo ordine corre praticamente a metà tra il piano di calpestio ed il vertice della cuspide.
L’interno della Chiesa si presenta oggi spoglio a causa della perdita pressoché totale delle decorazioni originarie. I dipinti sopravvissuti ai traumatici eventi bellici che hanno interessato San Benedetto sono in massima parte conservati presso la Pinacoteca Nazionale di Ferrara. Il Tempio ha ospitato i resti e il monumento sepolcrale di Ludovico Ariosto, trasferiti presso Palazzo Paradiso (ora sede della Biblioteca Ariostea) nel 1801 al tempo della seconda Repubblica Cisalpina.
Chiesa di Santo Spirito
(Via Montebello, 28-32)
Domenica 30 maggio, ore 12,15
Luogo di ritrovo: Sagrato della Chiesa
Nel 1512, essendo necessario l’ammodernamento delle fortificazioni del Borgo della Pioppa (a sud-est della
città), il duca Alfonso I d’Este ordinò la demolizione della Chiesa e del convento dei Minori osservanti, che insistevano nella zona. Il 28 luglio 1519 il duca stesso, con la posa della prima pietra, diede inizio alla costruzione del nuovo edificio di Culto con annesso convento nel luogo attuale. Rimasto imperfetto per la morte di Alfonso (1534) e a causa dei danni arrecati dal terremoto del 1570, il Tempio fu interessato poi da importanti opere, che nella prima metà del XVII secolo coinvolsero anche l’adiacente complesso conventuale, completato proprio a quell’epoca utilizzando vari elementi architettonici provenienti dalla distrutta delizia estense di Belvedere. Dopo varie vicissitudini, il suggestivo chiostro (con accesso da Vicolo Santo Spirito) è ora sede dell’Istituto di Storia Contemporanea e di alloggi per studenti.
La Chiesa, la cui elegante facciata fu terminata nel 1630, venne consacrata soltanto nel 1656 e in seguito sottoposta a diversi interventi di ristrutturazione. Da varie fonti si evince per esempio che il soffitto del Tempio, lesionato dal terremoto del 1796 e restaurato nel 1803-4, crollò nel 1830 causando la perdita della decorazione, perciò si predisposero impegnativi lavori di consolidamento diretti dall’ingegnere Giovanni Tosi.
L’interno, che fu interessato anche in seguito da alcuni restauri, risulta assai luminoso ed è caratterizzato da tre navate e tre altari per lato. Presenta decorazioni di notevole interesse che spaziano dal secondo Cinquecento agli inizi del Novecento. Fra queste spicca, nella prima Cappella a destra, l’intenso Martirio di San Matteo Apostolo dipinto nel 1655 dal caravaggesco ferrarese Giovan Francesco Catanio, impreziosito, ai quattro lati della stessa campata, dalle statue in legno raffiguranti quattro santi Vescovi opera di Filippo Porri. Nella Cappella di San Francesco, la terza a sinistra, si segnalano le statue eseguite nel Settecento da Andrea e Giuseppe Ferreri.
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