Un intervento chirurgico di eccezionale complessità è stato eseguito con successo all’Arcispedale S. Anna di Ferrara lo scorso 24 marzo.
Il paziente, di nazionalità marocchina, è stato ricoverato a Ferrara e il trasferimento è stato possibile grazie alla Croce Rossa Internazionale e alla collaborazione della Regione Emilia-Romagna e della direzione generale e sanitaria del S. Anna, che si sono impegnate nell’organizzazione dell’intervento ed hanno fornito copertura finanziaria per gran parte dei costi.
Il paziente era affetto da una forma di adenoma gigante dell’ipofisi che aveva invaso la parte profonda della faccia e gran parte del cervello, a stretto contatto con nervi ottici, vene, arterie e strutture profonde e vitali del cervello. La patologia era già stata trattata in precedenza in Marocco e all’estero.
Sia il ricovero che l’intervento hanno richiesto un’organizzazione complessa, resa possibile dall’efficienza e dalla coordinazione garantiti dal S. Anna: in particolare la collaborazione fra le specialità coinvolte, il supporto della Direzione generale e medica e della mediazione culturale (area comunicazione), che ha assicurato la presenza di un interprete durante tutta la permanenza del paziente.
Diverse sono state le specialità coinvolte nella programmazione e nell’intervento: chirurgia maxillo-facciale (Direttore dott. Luigi Clauser), neurochirurgia (Direttore dott. Michele Cavallo), anestesia e rianimazione ospedaliera (Direttore dott. Roberto Zoppellari), neuroradiologia (direttore dott. Riccardo Tamarozzi), la direzione infermieristica, strumentistica (coordinatrice per le Sale Operatorie polispecialistiche sig.ra Ornella Antoniolli, per la Neurochirurgia sig.ra Anna Moretti).
Sono state coinvolte inoltre altre specialità tra cui neurofisiologia ed endocrinologia (dott.ssa Ambrosio).
Gli interventi di chirurgia cranio-maxillo-facciale, in cui sono previste tecniche di smontaggio e rimontaggio scheletrico del volto, richiedono elevate competenze manageriali nel coordinamento del team infermieristico della sala operatoria. Capo sala ed infermieri esperti in questo tipo di chirurgia specialistica hanno partecipato allo studio del caso clinico, attraverso briefing con i chirurghi e gli anestesisti. In questo modo è stato possibile pianificare ed organizzare le modalità di svolgimento dell’intervento.
Il ricovero ha avuto luogo una settimana prima dell’intervento; contemporaneamente ha avuto anche luogo l’incontro trasversale delle varie specialità e competenze coinvolte; il tutto è culminato con due briefing informativi e preparatori prima dell’operazione. Durante questi incontri, alla presenza di quindici medici e cinque infermieri, sono stati messi a punto tutti i passi chirurgici dell’operazione. Sono stati studiati TAC, RNM e diversi esami ed è stata simulata l’operazione tramite computer.
L’intervento, che ha avuto inizio alle 8.00 del mattino del 24 marzo ed è terminato alle 2.00 del mattino dopo (per una durata totale di 18 ore circa), è stato condotto da dodici medici e quattro strumentiste, oltre al personale infermieristico della sala operatoria:
chirurghi maxillo-facciali: Luigi Clauser, Manlio Galiè, Riccardo Tieghi, Stefano Denes, con la partecipazone dei due medici specializzandi Consorti ed Elia.
neurochirurghi: Michele Cavallo, Marcello Lapparelli e lo specializzando Francesco Latini.
anestesisti e rianimatori: Manuela Pellegrini,Anna Pinamonti, Roberto Zoppellari e la specializzanda Silvia Andreolini.
Nella prima parte dell’intervento i chirurghi maxillo-facciali hanno “smontato” il volto, arrivando fino alle parti profonde ma lasciando al contempo cicatrici appena visibili. Per molte ore le parti del volto sono rimaste aperte, attaccate solo ai muscoli e alla pelle. A questo punto i neurochirurghi hanno potuto rimuovere l’adenoma in modo il più possibile radicale, con l’aiuto della sofisticatissima tecnica della neuronavigazione. Si tratta di una tecnica di eccellenza, che permette l’asportazione in modo preciso dell’adenoma che era attaccata a formazioni vitali quali nervi, vene, arterie, tronco encefalico. Quindi sono intervenuti nuovamente i chirurghi maxillo-facciali, che hanno ricomposto la faccia alla fine dell’operazione senza lasciarne segni visibili. Il paziente è stato trasferito in rianimazione per sette giorni, durante i quali i medici l’hanno mantenuto addormentato assicurando i parametri vitali, i controlli radiologici, le consulenze. Quindi è rientrato in reparto, in camera sterile. Il paziente è quindi stato dimesso in ottime condizioni generali e già con un miglioramento della vista. E’ stato sottoposto a controlli ambulatoriali e neuroradiologici e nei prossimi giorni si sottoporrà al necessario trattamento radiante. Molto presto tornerà alla sua famiglia in Marocco.
Per quanto riguarda la chirurgia del volto, il centro di chirurgia maxillo-facciale di Ferrara, coordinato dal Prof. Clauser, ha aderito in questi giorni insieme ad altre eccellenze ad un nuovo progetto europeo chiamato “Facing Faces Institute” (“Istituto per la ricostruzione dei volti”).
Il progetto è stato fondato dal prof. Bernard Devauchelle, chirurgo che ha eseguito il primo trapianto di faccia al mondo, e che ha chiesto proprio al team maxillo facciale di Ferrara di partecipare al prestigioso progetto delle ricostruzioni facciali complesse.
Al centro di chirurgia maxillo-facciale del Sant’Anna sono inoltre in corso da alcuni anni ricerche sulle cellule staminali contenute nel tessuto grassoso, già da anni utilizzate dal prof. Clauser per la ricostruzione di parti mancanti.