Lettere al Direttore
26 Gennaio 2010

Compiacimenti

di Redazione | 3 min

Qualche sera fa tre distinti signori rispondevano a turno, disciplinatamente, alle precise domande formulate dalla padrona di casa. Nelle compunte risposte di un paio di loro ad un certo punto è  comparso il termine “vettoriamento”. Secondo la cultura imperante protesa all’esteriorità, il vettoriamento potrebbe essere inteso come un trattamento per la parte inferiore del viso. L’aver proseguito senza troppo chiarire quella parola è l’unica pecca della serata, trascorsa non nel chiuso di un salotto ma in uno studio televisivo aperto al mondo e alla casualità d’accesso. Il vettoriamento in questione si riferiva alla tariffa dell’energia elettrica, segnatamente al costo di distribuzione che si paga proporzionalmente ai consumi in tutte le bollette. E’ una quota che paga la dissipazione lungo le linee, i costi di ammortamento e gestione della colossale rete di distribuzione nazionale.

Il vettoriamento ha un’eleva importanza sociale: se mancasse questa quota di valore “medio” qualsiasi località distante dalle linee principali dovrebbe pagare oneri insostenibili o rinunciare all’elettricità, come avveniva prima della nazionalizzazione dell’energia elettrica.

I due signori che hanno citato il vettoriamento erano il sindaco di Ferrara e il Presidente dell’Unione industriali. Reclamavano la loro parte di successo nell’aver ottenuto la dispensa per il petrolchimico ferrarese dal pagarlo, ottenendo così un risparmio del 20% sul costo dell’energia.

A seguire, espressioni soddisfatte degli interrogati, benevola condiscendenza dell’interrogante.

I gusti sono gusti, non si discutono. Però va detto che la soddisfazione dei due era equivalente a quella di Stanlio e Ollio quando in una comica, addetti alla derattizzazione, praticano dei fori nei pavimenti per facilitare l’ingresso dei topi, e poco dopo tappano gli stessi fori con dei turaccioli per impedire che i topi se ne vadano. Il vettoriamento in questione c’entra col petrolchimico come i turaccioli di Stanlio e Ollio, dato che nessun consumatore che produca l’energia in proprio è tenuto a pagarlo. E il nostro vecchio petrolchimico è sempre stato autoproduttore d’energia con le sue CTE1 e CTE2, finché con pretestuosi motivi hanno in ben due occasioni inserito nello stabilimento turbogas per complessivi 950 MW al servizio della rete nazionale (allo stabilimento bastano 30 MW), mandando a ramengo l’autoproduzione delle CTE accusandole di stregoneria.

Questa genialata ha imposto al petrolchimico di passare dal ruolo di autoproduttore a quello di consumatore, obbligandolo a comprare l’energia a caro prezzo come un qualsiasi artigiano.

Fra i promotori della genialata anti autoproduzione c’erano il sindaco di Ferrara e l’Unione Industriali, rappresentate a suo tempo da persone diverse di quelle attuali. Ma queste ne hanno raccolto in pieno l’eredità, e in comunità d’intenti e si compiacciono dagli schermi televisivi.

Ognuno si compiace a modo suo, come può. Veda chi vuole campare del lavoro nel petrolchimico di compiacersi arrangiandosi alla stessa maniera, se può.

Paolo Giardini

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