Era il giorno “x”. Quello che chiudeva il periodo di amministrazione giudiziale. Romagna Ruote, la storica azienda di Cassana – ex Reynolds Wheels e già Alcoa – che produce cerchi in lega per le più prestigiose case automobilistiche, è ora all’ultimo bivio. Spetterà ora al ministero dell’industria e al tribunale di Ferrara decidere quale strada percorrere.
I sindacati hanno detto di no alla proposta della cordata che si diceva pronta a rilevare l’azienda tagliando però bruscamente le risorse umane. Ma, all’ultimo momento un’altra proposta sembra far spuntare un lumicino di speranza. Si potrebbe dunque aprire una nuova fase, in cui sarà possibile il confronto tra sindacati e “proposte credibili – spiega Mario Nardini, segretario generale Fiom-Cgil -, che diano un piano triennale di garanzie sul fronte della produzione industriale (intorno alle 450 mila ruote, per un fatturato di una ventina di milioni di euro) e dell’occupazione specializzata disponibile (circa 200 operai) – continua il sindacalista -, in modo da assicurare il pareggio di bilancio”.
Nel frattempo, il prossimo 26 gennaio, il commissario straordinario designato dal tribunale di Ferrara, Giovanni Bertoni, presenterà al ministero la proposta della cordata, che difficilmente passerà vista l’indisponibilità dei sindacati. Contemporaneamente metterà sul tavolo romano anche la nuova offerta di acquisto che proviene da imprenditori arabi, che al momento sembra abbia tutti i requisiti richiesti dai sindacati (si parla del mantenimento occupazionale di 150 dipendenti), anche se non è stata ancora monetizzata l’offerta.
La “non proposta”. A quindici mesi dalla dichiarazione di insolvenza e l’inizio del commissariamento, Bertoni non è riuscito a trovare un compratore che garantisse l’assunzione dei 195 lavoratori in cassa integrazione dal febbraio 2008 (l’unica offerta pervenuta parlava del mantenimento del livello occupazionale di appena 85 lavoratori), e in presidio permanente dal 10 dicembre, davanti ai cancelli dello stabilimento di via Castelbolognesi.
Due settimane fa, era giunta sì un’offerta di acquisto, corredata delle necessarie fidejussioni bancarie. Ma è stata giudicata dai sindacati “non qualificante” a fronte della tecnologia e della professionalità offerta. Addirittura “una non-proposta – sostiene Walter Chessa, segretario provinciale Fim Cisl -, perché è fondamentale la giusta mediazione tra prezzo di acquisto, volumi di produzione e salvaguardia dell’occupazione”.
Nardini ripercorre le tappe delle trattative con la cordata, e che hanno portato alla “scelta molto sofferta” di non accettare tale proposta. “È impossibile – sostiene – avvallare una ipotesi di questo tipo nel rispetto dei lavoratori”. Due giorni fa, racconta Chessa, in serata, i sindacati hanno incontrato l’avvocato Lopez, il rappresentante legale della cordata: “Sosteneva di non essere autorizzato a darci informazioni”. Né tanto meno garanzie: “Non ci sono stati comunicati i nomi degli imprenditori proponenti – racconta tuttora incredulo Nardini -, ma abbiamo saputo che non si erano ancora costituiti in società”. L’unica cosa certa emersa in quella riunione, era un “prendere o lasciare: la proposta non è mediabile”. Il segretario Nardini ribadisce: “Occorre che ci siano date tutte le garanzie di sostenibilità del progetto industriale, che – aggiunge – non può essere sostenuto da sole 85 persone”.
Gli operai, giorno e notte davanti ai cancelli. Marco Correggioli, delegato della Fiom, assicura: “Il presidio continuerà ininterrottamente: gli operai sono stanchi, ma motivati, e sono pronti ad organizzare altre manifestazioni per chiedere il maggior numero di assunzioni. Speriamo – conclude il sindacalista – nel sostegno delle autorità politiche”.
Intanto dal Partito Democratico di Ferrara arriva una nota di “forte e viva preoccupazione per la situazione venutasi a creare nella trattativa per il salvataggio dell’azienda Romagna Ruote – scrivono – il segretario provinciale Paolo Calvano e i capigruppo in consiglio comunale e provinciale Simone Merli e Sergio Guglielmini -. Motivo di sconcerto e preoccupazione è dato dal fatto che nessuna azienda e nessun piano industriale è stato presentato davanti ai lavoratori”.
“Consideriamo questo comportamento non corretto verso i lavoratori – aggiungono – che da mesi attendono la risoluzione di questa drammatica vicenda e nei confronti di tutti i soggetti istituzionali, politici e sindacali che da tempo si stanno impegnando per favorire il superamento del grave problema creatosi in Romagna Ruote”.
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