Cronaca
4 Dicembre 2009

Via del Salice: l’asilo dei veleni

di Redazione | 3 min

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di Tatiana Sammartano

L'asilo di via del Salice

L'asilo di via del Salice

 

Via del Salice, quadrante est di Ferrara, dietro a un cancello chiuso, un cortile deserto fa da sfondo al nuovo asilo, una palazzina ottagonale di un piano con grandi finestre. All’interno spazi ampi e luminosi,  ambienti accoglienti arredati  e studiati per le esigenze dei bambini.

Tutto è pronto per l’apertura, tutto è al giusto posto, tutto, tranne l’edificio. Infatti, l’asilo che avrebbe dovuto risolvere il problema di 120 famiglie che non riescono a trovare posto per i loro figli nelle scuole materne di Ferrara, è stato costruito in un area altamente inquinata. Si parla di concentrazioni da top ten mondiale.

La rivelazione avvenuta durante uno speciale della rainews24, il 27 novembre 2008, ha scatenato un acceso dibattito tra i cittadini preoccupati (http://www.rainews24.rai.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/27112008_ferrara/default.asp) e il Comune. Quest’ultimo sostiene che l’area in esame non sarebbe pericolosa per la salute, in quanto l’inquinamento non interessa il terreno superficiale, ma soltanto la falda (http://digilander.libero.it/ventipuffi/index_file/image340.gif). L’argilla, infatti che si trova al di sopra della falda, essendo impermeabile impedirebbe agli agenti inquinanti di risalire in superficie. Ma, alla vigilia dell’inaugurazione, a seguito di una lettera datata 8 gennaio redatta dagli stessi tecnici dell’Usl, il Comune decide di non procedere all’apertura dell’asilo per  maggiori accertamenti.

Perché la falda è inquinata?

Per avere un’immagine completa della situazione bisogna fare un salto indietro nel tempo. Cinquant’anni fa nella zona est di Ferrara, era attiva una fornace che estraeva argilla per le proprie lavorazioni. A seguito del fallimento dell’attività, la cava dismessa fu riempita di rifiuti di dubbia provenienza. Successivamente, negli anni Settanta, con la crescente domanda d’appartamenti, nella zona è stato costruito il complesso residenziale.

Nel corso dei decenni i rifiuti si sono degradati e sono progressivamente penetrati nel terreno, sino a raggiungere la falda che attualmente, a venti metri sotto la superficie, presenta spaventose concentrazioni di cvm.

La situazione sullo stato della zona era già nota dal 2002, quando durante i lavori d’edificazione, alti livelli d’inquinamento furono individuati in Via Carretti. Ancora ci s’interroga sul perché l’asilo sia stato costruito ugualmente in quella zona. Nel frattempo sono stati emanati tre avvisi di garanzia per i dirigenti del comune accusati di aver consentito il trasporto dei terreni di scavo dell’asilo in altro cantiere, in Via Coronella. Terreni considerati rifiuti per la presenza di cromo e stagno oltre i limiti di legge.

Provvedimenti

A luglio del 2009 in Via dei Gerani, sono terminati i lavori di un diaframma plastico impermeabile. Una sorta di barriera della lunghezza di circa 52 metri, collocato a 11-12 metri di profondità, che dovrebbe impedire la diffusione degli agenti inquinati. Il progetto sperimentale, costato ottanta mila euro, permetterà di capire se questo tipo d’intervento può essere attuato su vasta scala. Si potrà in tal modo recintare l’ex discarica e mettere quindi in sicurezza la zona per una decina d’anni, ma l’unica soluzione per risolvere del tutto il problema è la bonifica. A breve i risultati del piano di caratterizzazione permetteranno di avere un quadro completo degli interventi di bonifica da attuare sull’area. Intanto il comune, il 19 settembre ha dato il consenso all’espansione edilizia (http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=55106&format=html) nella zona.

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