Cronaca
23 Novembre 2009
Ultima puntata di Un giorno in pretura dedicata al processo

Aldrovandi, la paura di parlare

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Gaza. Uno straccio bianco per Landini

A Copparo, nella suggestiva cornice del Teatro De Micheli, la tappa della campagna referendaria promossa dalla Cgil si è aperta con un gesto semplice ma potente. Marco Zavagli, direttore di Estense.com, ha consegnato a Maurizio Landini uno straccetto di stoffa bianco: un segno di ribellione e solidarietà per le migliaia di bambini palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza

Scontro tra moto e trattore, 23enne gravissimo

Stava percorrendo via Ferrara in sella alla propria moto Bmw, procedendo in direzione del centro abitato di San Vito di Ostellato, quando si è schiantato frontalmente contro un trattore Fiat che proveniva dal senso opposto di marcia, rimanendo ferito in maniera molto grave

Usa le chiavi di casa di due anziani per derubarli. Sceglie l’abbreviato

Sarà processata con rito abbreviato la 59enne di nazionalità italiana che - secondo la ricostruzione della Procura di Ferrara - avrebbe approfittato del duplicato delle chiavi di casa che le erano state fornite per aiutare una coppia di anziani coniugi 90enni nelle faccende domestiche, intrufolandosi - di notte, mentre i due erano a letto - nella loro abitazione e rubare carte di pagamento e gioielli preziosi, arrivando a intascarsi quasi 20mila euro

Mafia nigeriana, a Roma la Cassazione si pronuncia

Nella giornata di martedì 27 maggio alle 10 la Suprema Corte di Cassazione si pronuncerà sul processo che a lungo ha scosso nel profondo la comunità di Ferrara: quello alla mafia nigeriana degli Arobaga Vikings

00011887-originalFederico Aldrovandi, la paura di parlare. È il titolo della quarta e ultima puntata di Un giorno in Pretura dedicata al processo di primo grado che vedeva imputati quattro poliziotti per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi (poi condannati a 3 anni e 6 mesi). “In quella tragica alba – afferma la redazione del programma di rai Tre – del 25 settembre 2005 qualcuno ha visto e ha avuto paura di parlare per molto tempo. Sono testimoni le cui dichiarazioni, di estrema importanza se ritenute attendibili, potrebbero inchiodare i quattro imputati alle loro responsabilità”.

Sul piccolo schermo corrono decine di volti già visti alla barra. Quelli dei poliziotti e quelli dei residenti di via Ippodromo. Secondo l’accusa alcune di queste testimonianze contraddicono “l’incredibile e inverosimile versione dei fatti – come la definisce la conduttrice – fornita dagli imputati”.

Una versione sì “fornita a tutti nell’immediatezza del fatto”, come asserisce l’avvocato Alessandro Pellegrini (“lo dicono subito, ai carabinieri, agli infermieri ai colleghi”), ma una versione data a tutti meno che ai genitori. “Abbiamo saputo della colluttazione – ricorda Lino Aldrovandi – solo quando incaricammo un perito per l’autopsia, che ci disse che quel ragazzo era pieno di manganellate”.

Vengono poi le prime rivelazioni di presunti testimoni, poi smentite in aula, come il post firmato “Simone” che diceva che sua madre quella notte, dalla sua casa in via Ippodromo aveva sentito Federico gridare “basta smettetela”. “Non ne sono più tanto sicuro” dirà davanti al giudice.

Anche altri prima sembrano avere delle cose da dire ma una volta in aula affermano il contrario. Come Ivo Silvestri, il fantomatico supeteste che chiamò addirittura in diretta la trasmissione “Chi l’ha visto?”. Viene poi Cristian Fogli, che assicura di aver sentito sforzi tipo connati di vomito. E Lucia Bassi, chiamata in causa da Carla Fioresi. Quest’ultima, titolare di una tabaccheria, sentì la prima riferirle che quella notte Federico gridava aiuto, e che aveva sentito una voce di donna chiedergli “come ti chiami?”. “Federico”. Figurati se ti chiami Federico”. Poi l’ha sentito rantolare”.

Lucia Bassi dirà inoltre di aver visto i poliziotti sopra il ragazzo, mentre “gli agenti – ricorda la conduttrice -avevano detto di non aver mai fatto pressioni sul corpo”.

Quella della Bassi, insieme alla deposizione di Anne Marie Tsegue, venne ritenuta dal giudice credibile proprio perché la donna non voleva essere trascinata a testimoniare, preferendo rimanere fuori dalla vicenda.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com