Poggio Renatico
24 Settembre 2011
Approvati all’unanimità l’integrazione per il conferimento della cittadinanza onoraria

Cronaca del Consiglio di Poggio

di Redazione | 3 min

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Poggio Renatico. Si è riunito giovedì sera a Castello Lambertini il consiglio comunale di Poggio Renatico. Sono stati approvati all’unanimità l’integrazione al regolamento comunale per il conferimento della cittadinanza onoraria, con l’introduzione dell’Istituto della cittadinanza benemerita e il rinnovo dell’accordo di programma per l’integrazione scolastica di valenza quinquennale presentato dall’assessore alla pubblica istruzione Elettra Garuti.

Sono state licenziate a maggioranza, con il voto contrario di Pdl e Upp, le variazioni di bilancio incentrate sul finanziamento delle convenzioni con le scuole materne e delle manutenzioni ordinarie proposte dal settore lavori pubblici.

Stesso esito per la votazione della salvaguardia di bilancio, per cui l’assessore competente, Marco Poppi, ha messo in luce come la ricognizione abbia evidenziato un fermo equilibrio: “un dato positivo in questo momento storico ed economico”. Si dovrà attendere il 31 ottobre per sapere se il patto di stabilità regionale libererà  almeno una parte dell’avanzo di 182mila euro, per consentirne l’utilizzazione.
Durissima invece la discussione circa l’ordine del giorno sulla manovra finanziaria proposto da Anci, che ha registrato il voto positivo del gruppo di maggioranza, quello negativo del Pdl e l’astensione di Upp.

“Già il patto aveva paralizzato gli investimenti, ora la manovra impone tagli drammatici e insopportabili ai comuni – ha introdotto il sindaco Paolo Pavani -. Le proiezioni parlano per Poggio Renatico di 600mila euro in meno. Ciò ci costringerà presto al taglio dei servizi e all’aumento dell’irpef e delle tariffe. La manovra incide per il 60% sugli enti locali e scarica sui sindaci le scelte più gravi e dolorose, infliggendo un colpo mortale ai bilanci municipali. È necessaria una ribellione e una mobilitazione unanimi”.

Non è stato però così, dal momento che il capogruppo pidiellino Rodolfo Sani ha bollato il documento Anci come “una palese strumentalizzazione”.

“Se siamo a questo punto drammatico – ha affermato – è anche per i trascorsi di enti locali che non hanno ben amministrato. ora, come in una famiglia, è chiesto a tutti di contribuire al risanamento. Mi chiedo però se prima di toccare i servizi resi ai cittadini non ci sia altro da tagliare”.
“Anche in una famiglia è odioso far pagare tutti per l’errore di pochi – ha risposto il capogruppo di maggioranza Enzo Ingargiola –. Il governo si relaziona con le altre Istituzioni senza accettare il confronto: i provvedimenti assunti finiscono per andare contro l’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni”.
“Concordo con il principio di solidarietà – ha aggiunto l’assessore Poppi – ma credo che la manovra, che concretamente mette le mani nelle tasche dei cittadini, avrebbe dovuto essere concepita in maniera giusta e proporzionale, evitando di gravare così pesantemente sui comuni, cui è già stato tagliato anche più del possibile”.
L’astensione di uniti per poggio è stata spiegata da Daniele Garuti.

“L’ordine del giorno – ha rilevato, dopo un’analisi della crisi economica nazionale e internazionale – contiene osservazioni politiche forti, pur se siamo consapevoli dei difficili momenti che stiamo vivendo”. Garuti aveva precedentemente rimarcato la difficoltà di far conciliare la politica e l’azione amministrativa con le sue immediate ricadute economiche”.
“Il documento Anci – ha sostenuto l’assessore Elettra Garuti – esprime un dato di fatto e una protesta trasversale dei sindaci, che sono i primi a dover rispondere con le azioni alle esigenze e alle difficoltà di cittadini. Per questo i provvedimenti governativi sono penalizzanti e colpiscono le fasce deboli”.

“Dobbiamo avere tutti la capacità di astrarci dalla bagarre politica e leggere gli effetti reali della manovra – ha aggiunto l’assessore Rita Pareschi -. Il patto, che ha perso spirito e forma originari, e le manovre non fanno fallire i comuni, che pure non hanno più capacità di scelta, ma fanno fallire le comunità”.
Il sindaco Pavani si è detto deluso e indignato della risposta delle minoranze. “Vi sfido – ha concluso – a misurarvi con strumenti concreti di bilancio: numeri e cifre, non parole”.

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