Cronaca
15 Agosto 2010
Lo sciamano sacrifica un gallo, ma la Mobile trova lo stesso la droga

Rito vudù per accecare la polizia

di Redazione | 4 min

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Dopo il duplice arresto compiuto la scorsa settimana (vai all’articolo), la squadra mobile estense completa l’operazione trovando e sequestrando 270 grammi di cocaina.

In seguito all’arresto dei due giovani nigeriani Seedorf Osadolor Osarobo e Godwin Osemu, all’interno dell’appartamento di Casalmaggiore in via Bixio, le persone del luogo avevano più volte segnalato ai poliziotti della vicina caserma della Polizia Stradale, uno strano e sospetto andirivieni di giovani di colore proprio nei pressi del palazzo. Qualche condomino si era pure lamentato dei rumori che provenivano, anche nel cuore della notte, dal vano scale che conduce all’ottavo piano del palazzo.

Gli agenti della Stradale hanno quindi subito avvertito i colleghi della Squadra Mobile di Ferrara, informandoli di quel che stava accadendo. Per gli investigatori ferraresi non ci è voluto molto a capire che nell’appartamento c’era qualcosa che interessava molto a qualcuno. Solo così si potevano spiegare i tentativi di accesso, nel cuore della notte, su fino all’ottavo piano.

La squadra che solo una settimana  prima era entrata in azione “in trasferta” a Casalmaggiore, è stata quindi immediatamente richiamata all’opera dal vice questore Pietro Scroccarello, con l’obiettivo di scoprire il motivo di tanto interesse da parte di un misterioso personaggio ad entrare nella casa ormai disabitata di Osarobo, alias “Fred”.

Senza dare quindi troppo nell’occhio, nei giorni scorsi gli investigatori ferraresi sono ritornati là dove qualche giorno prima avevano catturato il fuggiasco e, individuati i luoghi adatti per appostarsi, hanno iniziato pazientemente ad attendere. La proprietaria dell’appartamento sin dal giorno dell’arresto dell’indesiderato inquilino aveva prudentemente provveduto a cambiare la serratura della porta d’ingresso, di fatto impedendo a chiunque fosse ancora in possesso delle vecchie chiavi di entrare indisturbato: chi ci avesse provato, avrebbe trovato l’Antidroga ad aspettarlo.

È così che verso le nove di martedì mattina (10 agosto) finalmente si è avuto il primo segnale che avrebbe poi messo gli agenti sulla buona strada. Uno degli investigatori, appostato in una stanzina nel seminterrato del palazzo, grazie ad una finestrella rimasta aperta sull’esterno, ha avuto modo di ascoltare una conversazione tra due stranieri. I due, certamente africani ma di nazionalità e lingua diverse, in un italiano stentato e sicuri di non essere ascoltati, parlavano piuttosto eloquentemente della necessità di entrare nell’appartamento all’ottavo piano, di fare in modo di non lasciare traccia del loro passaggio e prendere “la cosa”. Il problema era naturalmente la serratura sostituita ma uno dei due si vantava di riuscire ad aprire qualsiasi porta. Di rimando, l’altro, con fare misterioso, aggiungeva che lo sciamano gli aveva riferito il giorno prima di avere eseguito un sacrificio, garantendogli di avere reso ciechi gli occhi dei poliziotti.

Nessun pericolo incombeva, dunque, sui due stranieri. Il giovane africano tuttavia si diceva dubbioso dell’efficacia del sacrificio fatto dallo sciamano, dal momento che nessuno, dopo l’arresto di “Fred”, si era preoccupato di inviargli il denaro che comunque il “santone” pretendeva per i suoi servigi. Lo sciamano infine aveva stranamente aggiunto che si sarebbe soprattutto dovuto fare appello alla benevolenza di Dio. Quasi una “resa”, secondo i due, da parte dello stregone e di una sua ridotta capacità dei suoi poteri.

Il poliziotto in ascolto invece, ha pensato che magari  lo “sciamano” si era indispettito per il mancato pagamento delle sue pregresse prestazioni. A quel punto era chiaro che “qualcosa di grosso” era rimasto nell’appartamento e gli agenti della Mobile dovevano cercare “la cosa”, senza correre l’inutile rischio che la trovasse prima qualcun’altro.

Detto fatto, dopo avere radunato il resto della squadra, gli investigatori, insieme ai colleghi della mobile di Cremona, sono nuovamente entrati in casa, setacciando accuratamente ogni angolo.

Dopo un’ora di ricerche sono stati rinvenuti 17 ovuli di cocaina, nascosti in un calzino sportivo seppellito da uno strato di terra e da un mucchietto di denti di leone, in una grossa fioriera in terrazzo.

Ancora una volta lo sciamano aveva compiuto una errata predizione e sacrificato inutilmente un povero pennuto. Una rapida corsa in questura a Cremona per il test ha confermato che si trattava proprio di droga estremamente pura per un peso complessivo di 270 grammi. Proprio l’altissimo grado di purezza avrebbe consentito ai trafficanti, grazie al “taglio”, di ottenerne agevolmente un chilo conservando sempre un ottimo grado di qualità. Il successivo spaccio della droga sulla “piazza” avrebbe quindi garantito introiti per decine di migliaia di euro.

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