Politica
20 Luglio 2010
La maggioranza presenta emendamento e l’opposizione esce dall’aula

Poc, dialogo fallito

di Marco Zavagli | 4 min

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Per la maggioranza è stata “un’indegna pagina politica scritta dalle opposizioni”. Per le opposizioni “un atteggiamento di chiusura inaccettabile” e “un bavaglio alle minoranze e un piatto servito ai costruttori”. Che potesse essere una discussione infuocata, quella prevista ieri in consiglio comunale di Ferrara sul Poc, non c’erano dubbi. Pochi potevano immaginare però che la discussione non avesse nemmeno luogo.

All’ordine del giorno c’era la delibera sul Piano operativo comunale che, per i non addetti, è lo strumento urbanistico che individua e coordina le opere pubbliche e gli interventi privati di rilevante trasformazione del territorio e disciplina le aree di espansione residenziale, produttive e di riqualificazione urbana. Secondo l’agenda ieri si dovevano tenere l’illustrazione della delibera e il dibattito, per rinviare a venerdì dichiarazioni di voto e votazione. A confondere gli animi però è intervenuto un maxi-emendamento della giunta, “mai esaminato in commissione”, come sottolineano Enrico Brandani del Pdl e Valentino Tavolazzi di Ppf.

Le conseguenti proteste che si sono levate dai banchi dell’opposizione hanno fatto sospendere la seduta e una nuova conferenza dei capigruppo. Riunione che non è servita però a rasserenare gli animi. “Abbiamo proposto la discussione dell’emendamento in corso di seduta – spiega Simone Merli, capogruppo del Pd -, per rinviare dichiarazioni e voto a venerdì”. “In fondo – aggiunge Giorgio Scalabrino Sasso dell’IdV – il maxi emendamento non era altro che una sintesi di quanto elaborato dalla giunta e recepito dagli incontri con le associazioni di categoria, spiegato dall’assessore Fusari nel corso dell’ultima commissione”. Ma le minoranze chiedevano un tempo adeguato per poter esaminare il documento e hanno deciso di abbandonare l’aula “per non essere coinvolti – precisa Tavolazzi – nella sceneggiata di un voto fasullo, su di un pacchetto preconfezionato dalla giunta e completato solo oggi”.

Scontata di conseguenza l’approvazione della delibera all’unanimità. ma la polemica è continua ata anche in seguito, a colpi di comunicati e interventi. La secessione dell’Aventino viene definita da Pd, IdV e Sinistra Aperta “una scelta irresponsabile e dannosa per la politica della città da parte di tutti i gruppi di opposizione”. I gruppi consiliari di maggioranza rivendicano in una nota congiunta il fatto che l’argomento “è stato trattato in ben sette commissioni, avremmo voluto dibattere anche in consiglio comunale delle linee guida del Poc, di come l’amministrazione ha elaborato il documento dopo un lungo percorso di informazione, di concertazione e di ascolto dei suggerimenti provenienti dagli ordini professionali e dalle associazioni delle categorie economiche della città”.

Non ci sarebbe stata quindi nessuna preclusione al dialogo secondo la maggioranza. Anzi. “Avremmo voluto discutere dei numeri che determineranno gli assi di sviluppo della nostra città – continua la nota – nei prossimi anni e su come tali numeri si ripercuoteranno nel meccanismo della perequazione. Avremmo voluto approfondire le modalità di diffusione e di ausilio che l’amministrazione metterà in campo per rendere meno complessa e difficile la partecipazione al bando di uno strumento urbanistico nuovo per tutti. Ma noi, al contrario delle opposizioni, ci prendiamo le nostre responsabilità e non ci sottraiamo al dibattito”.

La pensa in senso diametralmente opposto Brandani, che ricorda come “mercoledì avevamo chiesto la possibilità di approfondire la discussione, anche alla luce delle riflessioni fatte dalle associazioni di categoria, e questa mattina (ieri, ndr) ci siamo trovati sul tavolo questo maxi emendamento”. Un elemento in più “su cui chiedere un’ulteriore analisi, che non ci è stata concessa”. Ecco perché il capogruppo del Pdl bolla come “chiusura inaccettabile” e “atteggiamento impensabile” quello della maggioranza, premettendo che da parte del Polo “non c’è nessun intento dilatorio o ostruzionistico: si trattava semplicemente di aprirsi al dibattito, come è stato fatto sugli street bar, sul quale il Pd ha trovato infatti il nostro voto favorevole”.

Ancora più tranchant Tavolazzi, secondo il quale “oggi le regole democratiche sono state scardinate su un tema di vitale importanza per la città. Tagliani, il Pd, l’Idv e gli alleati pensano che, raggiunto l’accordo con gli imprenditori, il processo democratico sia compiuto ed esaurito”.

Quanto al contenuto del provvedimento, “con l’ultima modifica apportata oggi – aggiunge il civico di Progetto per Ferrara rivelando una novità del documento -, sono stati concessi ulteriori diritti edificatori agli imprenditori, sacrificando l’interesse collettivo. Si tratta di due successive concessioni alle imprese, rispetto alla proposta base, di cui l’ultima sconosciuta ai consiglieri prima d’oggi”.

“Il Poc approvato oggi – conclude il consigliere – autorizza l’ennesima colata di cemento, senza chiedere alcunché, né dare alcun indirizzo cogente, nella direzione della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Anche se il Poc bloccasse nuove costruzioni, arriverebbero comunque sul mercato duemila nuovi alloggi già convenzionati e per iniziativa diretta, in presenza di una disponibilità attuale inutilizzata pari a circa 12mila abitazioni”.

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