Politica
17 Luglio 2018
Intervistato dal Corriere della Sera, il prelato critica il governo e si appella al volontariato: "C'è consapevolezza sociale, ma non si trasforma in progetto politico"

Perego, il vescovo che chiede “un’alternativa politica” alla Lega

di Ruggero Veronese | 3 min

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“Il fenomeno dell’immigrazione non lo si risolve creando insicurezza, lo si deve governare. Servirebbe un progetto politico chiaro, nuovo e alternativo”. Dove per ‘alternativo’ si intende qualcosa di altro rispetto all’attuale accoppiata Lega – Movimento 5 Stelle. La ‘bordata’ del giorno al governo non proviene da un partito politico, ma dalla curia di Ferrara.

A parlare è l’arcivescovo Gian Carlo Perego, che intervistato da Olivio Romanini del Corriere della Sera rivolge pesanti critiche al governo, in particolare alla Lega Nord, e si appella al volontariato. Un mondo che “riconosce il valore della realtà e ha una consapevolezza sociale, ma purtroppo non si trasforma mai in un progetto politico”.

Che non sia un momento di grande armonia tra governo e Vaticano (Perego naviga su posizioni molto vicine a quelle di Papa Francesco) non è una gran novità: più volte gli appelli pro-migranti di Bergoglio sono stati oggetto di critiche da parte di rappresentanti del Carroccio, che – memori del recente giuramento sul Vangelo da parte di Salvini – chiedono un cristianesimo più ‘battagliero’ e teso alla difesa dell’identità culturale. La questione dei migranti finisce così per creare un corto-circuito all’interno della cultura cristiana, che oggi si ritrova spaccata in due proprio su concetti fondanti come la misericordia e l’accoglienza.

Succede così che venerdì scorso a Bologna si è consumato lo strappo istituzionale tra curia e Lega. E per l’esattezza quando la sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni ha abbandonato un incontro istituzionale mentre prendeva la parola il cardinale Zuppi, da sempre aperto sostenitore dell’accoglienza. Un malinteso dettato da tempi tecnici, dirà la diretta interessata, ma intanto centinaia di suoi sostenitori hanno colto la palla al balzo per aprire un fronte e chiedere il ritorno del cardinale Biffi, considerato più vicino al tradizionalista Ratzinger che al ‘globalista’ Bergoglio.

Ma per Perego è superfluo parlare di diversi modi di intendere il cristianesimo e i suoi valori: “Chi fa questi discorsi – si legge nell’intervista al ‘Corriere’ – non conosce il principio della realtà a cui si orienta la Chiesa, che è un principio evangelico e che parte da una frase: ‘Ero straniero e mi avete ospitato’. Il cardinale Biffi parlava di immigrazione nel 2000 in un contesto completamente diverso, in cui nel Paese gli immigrati erano pochi ma le sue parole come quelle di Zuppi erano realistiche e concrete”.

Per affrontare le sfide dell’immigrazione secondo il vescovo di Ferrara serve più pragmatismo e voglia di mettersi in gioco. “L’immigrazione nel nostro paese non si sta affrontando efficacemente – sostiene Perego -. Non si risolvono i problemi impedendo a una singola nave di attraccare in un porto e anche il recente vertice del Consiglio d’Europa sull’immigrazione è stato in realtà un fallimento. Il problema va affrontato in modo diverso: bisogna tutelare i lavoratori che arrivano qui, porsi il problema della casa. Viviamo in un Paese dove da ormai 15 anni esiste una legge che si chiama Bossi-Fini, una legge fatta dalla destra e dunque anche dalla Lega che ha reso ingovernabile il problema dell’immigrazione. Dunque chi oggi è al governo ha creato il problema e non serve adesso gridare o fare affermazioni contrarie ai principi costituzionali”.

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