Attualità
1 Novembre 2017
Avedev e Comune contro la campagna denigratoria sui social: "Pesanti insinuazioni e diffamazione"

Accuse al Canile dopo la soppressione di un cane: “Un atto d’amore”

di Redazione | 4 min

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“Maltrattamento, crudeltà, assassinio”. Sono le accuse rivolte all’associazione Avedev che gestisce il canile e al suo veterinario dalle pagine dei social in seguito alla triste vicenda di un cane gravemente ammalato che, pochi giorni fa, è giunto alla fase terminale e il fine vita è stato effettuato con eutanasia, per mettere fine a inutili sofferenze.

Una campagna denigratoria nei confronti del canile comunale che viene respinta con decisione dalla stessa responsabile dell’Avedev, Paola Cardinali, e dall’assessore Chiara Sapigni (Sanità e Servizi alla Persona), che hanno ritenuto necessario informare i cittadini sui reali contorni della vicenda “purtroppo rappresentata su alcune pagine internet (‘social network’) e in maniera distorta e fuorviante tanto da assumere contorni non corretti, non veri e in alcuni casi diffamatori, che vanno rettificati per ristabilire la verità dei fatti”.

E’ la vicenda di un cane di grande taglia, diffidente e aggressivo con estranei, non socializzato con altri cani, ricoverato dal 2013 con grosse difficoltà ad adatgtarsi alla vita del canile. “Dal suo ingresso e fino ad alcuni mesi fa – spiegano Cardinali e Sapigni – nessuno l’aveva mai richiesto in adozione, ma non appena il cane si è gravemente ammalato (osteosarcoma non operabile e non curabile) si sono presentate richieste di adozione, che hanno fatto sorgere forti dubbi sull’opportunità per il cane di essere dato in adozione con tale patologia e caratteristiche comportamentali. Per i pochissimi mesi che gli rimanevano da vivere, non avrebbe avuto il tempo per affrontare e adattarsi ad un nuovo inserimento ambientale e famigliare, come valutato anche dal veterinario comportamentalista e confermato dal Servizio Veterinario Ausl. La scelta non facile che si poneva è stata quella fra il proteggere e tutelare il cane prima di tutto, oppure accontentare le persone che, anche se involontariamente, non avrebbero potuto evitare al cane stress e disorientamento. E’ stata compiuta la prima scelta e le ragioni sono state motivate ad entrambi i richiedenti. Il cane, pochi giorni fa, è giunto alla fase terminale e il fine vita è stato effettuato con eutanasia dal veterinario, con la consulenza di un altro veterinario, per mettere fine a inutili sofferenze. Un atto di amore e non di egoismo, condivisibile da chiunque abbia rispetto del dolore del cane”.

“Purtroppo – aggiungono – il seppur motivato diniego dell’adozione ha messo in moto richieste, controlli e ispezioni, con pesanti insinuazioni sulle intenzioni e riportando fatti che non si sono mai verificati. Anzi, dalle ispezioni è emerso che gli esami e le cure a cui è stato sottoposto il cane erano appropriate e rispettose della sua sofferenza e dignità, che è stato accudito dagli operatori di cui si fidava, che hanno potuto assisterlo durante l’inappellabile e dolorosa malattia. Nonostante le motivazioni espresse, sono continuate accuse e diffamazioni, anche tramite facebook: come spesso accade, è parso non importare tanto la realtà dei fatti e le ragioni delle scelte, quanto piuttosto la possibilità di screditare e denigrare, aderendo acriticamente alla versione di chi ha suggerito o postato questo tipo di testo”.

Secondo Paola Cardinali e Chiara Sapigni “sarebbe forse opportuno chiedersi quali siano le reali motivazioni di chi ha dato il via a questa campagna denigratoria”, dato che “la trasparenza con cui è stato seguito il cane è stata totale e dimostrata alle numerose associazioni, guardie zoofile, avvocati, enti, istituzioni e forze dell’ordine che queste persone hanno coinvolto”.

Il Comune di Ferrara, proprietario della struttura affidata dallo stesso alla gestione all’Associazione Avedev, effettua regolarmente il controllo del canile e delle attività che vi vengono svolte, avvalendosi anche della sorveglianza dell’Unità Operativa Attività Veterinarie dell’Ausl, “senza aver dovuto mai riscontrare alcuna mancanza nella professionalità e dedizione con cui il gestore ha condotto sempre i servizi affidatigli”.

“Va quindi affermata con fermezza – concludono – l’infondatezza delle insinuazioni e dei giudizi espressi nei confronti della gestione del Canile municipale e dell’attività svolta dall’Associazione nei confronti di tutti i cani ospitati, invitando ancora una volta i ferraresi a recarsi al Canile comunale per visitare la struttura e constatare quanto sia lontana dalla realtà la rappresentazione che ne è stata data”.

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