Non solo Zona economica speciale, ma anche Zona di emergenza sociale. È la richiesta che i risparmiatori azzerati Carife hanno fatto al sindaco affinché la proponga al ministero, durante l’incontro di venerdì mattina nella Residenza municipale.
Al centro dell’incontro, chiesto dagli azzerati circa un mese fa, la ormai ben nota vicenda dell’azzeramento dei risparmiatori decisa dal Governo il 22 novembre 2015, con il “decreto Salvabanche”. Anche al sindaco Tiziano Tagliani è stata evidenziata la disomogeneità e la differenza di trattamento dei risparmiatori da parte del Governo nella gestione delle crisi bancarie e come Carife, insieme alle altre 3 banche – Banca Etruria, CariChieti e BancaMarche – sia stata usata come cavia per sperimentare l’applicazione delle direttive europee del “bail-in”, prima che entrasse in vigore, ovvero il 22 novembre 2015 anziché il 1° gennaio 2016.
Al sindaco gli azzerati hanno chiesto un impegno concreto, anche attraverso il coinvolgimento degli altri sindaci della provincia, per creare sinergie fra le istituzioni, affinché sia risolto il problema degli azzerati, dopo l’acquisizione di Carife con un euro da parte di Bper e la soluzione positiva della vertenza dei dipendenti della banca cittadina.
Gli azzerati hanno poi aperto un dialogo ed un confronto con il sindaco di Ferrara sulle proposte contenute nel loro “Documento Programmatico”, presentate a tutti i cittadini durante la “Fiaccolata del Risparmio Tradito” del 30 luglio scorso e consegnate all’arcivescovo di Ferrara Gian Carlo Perego ed al deputato Alessandro Bratti nel corso degli incontri avvenuti precedentemente. Il documento sarà anche inviato a tutti i Sindaci della provincia e alle forze politiche.
In particolare si è aperto il confronto su alcune proposte, la prima delle quali è, appunto, quella di inserire – nella “Zona Economica Speciale” – Zes – proposta da Tagliani al viceministro Enrico Morando, nel corso di un incontro/summit economico tenutosi il 10 luglio scorso, la “Zona di Emergenza Sociale” degli Azzerati Carife, un capitolo specifico sulla crisi Carife e sull’azzeramento dei risparmiatori, finalizzata a trovare strumenti per intervenire sulla situazione economica e sociale delle 32.000 famiglie azzerate. La seconda proposta è stata quella di essere inseriti come “Risparmiatori Azzerati di Carife”, con rappresentanti indicati dagli azzerati, fra gli interlocutori al tavolo delle istituzioni chiamate a gestire la “Zona di Emergenza Sociale” ed i progetti finalizzati a creare gli strumenti affinché le famiglie e le imprese azioniste azzerate abbiano ristoro delle loro ingiuste sofferenze.
Il Gruppo ha altresì sottolineato che nel Documento Programmatico si chiede al Governo, al Parlamento e a tutti i partiti: di intervenire per sanare la situazione di disparità creata nel Paese fra i risparmiatori con la gestione schizofrenica della crisi bancaria e l’adozione di provvedimenti difformi e contradditori coerenti in un solo aspetto: creare sofferenze per famiglie, piccole imprese, cittadini; la messa a disposizione dei Risparmiatori azzerati delle azioni di Banca d’ Italia comprate da Carife nel 1934, rivalutate ad oggi; la ripartizione a obbligazionisti e azionisti dei profitti che Bper sta già facendo, sul patrimonio comprato con 1 euro da New Carife.
Nel corso dell’incontro il sindaco si è ampiamente dilungato nella ricostruzione delle vicende della crisi Carife, incontrando con la delegazione alcuni importanti punti di convergenza. Tagliani si è inoltre impegnato a mantenere aperto il confronto con il Governo e con la Regione Emilia Romagna anche sul tema del riconoscimento della “Zona di crisi industriale complessa” per l’area ferrarese in conseguenza della crisi bancaria, oltre che con Bper, nuovo titolare della banca locale, mantenendo un canale comunicativo ed informativo con i rappresentanti dei risparmiatori azzerati.
L’impegno del sindaco vuole in particolare essere quello a lavorare affinché le azioni introdotte verso tutti gli interlocutori nazionali – dal riconoscimento della zona di crisi industriale, all’utilizzo di risorse derivanti dai cosiddetti conti correnti “dormienti”, ad ogni altro atto esperibile sul piano giuridico e amministrativo – abbiano come obiettivo un concreto ritorno per i risparmiatori ferraresi.
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