Egregio direttore,
mi scuso preventivamente con tutti; l’argomento è delicatissimo e le ferite ancora aperte, ma quanto affermato da mons. Perego nel giusto messaggio di conforto ai parenti coinvolti nella tragedia dell’antiquario, mi ha lasciato, in coscienza, basito.
Cito: “… regalandovi la certezza che nessuno caccerà più G, M, e G, dalla Casa del Signore, dove ora sono familiarmente insieme”.
Ma scusate, posto che nessuno può conoscere con certezza il risultato delle proprie ed altrui azioni, come al contrario afferma il nostro Presule, le stesse, compiute o subite dalle tre povere persone, vi sembrano possano condurre allo stesso risultato, in termini escatologici ? Sono duemila anni che il Cristo ha detto, e la Chiesa Cattolica ribadisce, che ognuno avrà la propria mercede e che le pecore verranno separate dai capri, via da me, ecc. Stiamo smentendo venti passi del Vangelo.
Personalmente temo che ci troviamo di fronte alla banalizzazione del male e alla dittatura del relativo, tanto denunciate da Benedetto XVI. E che si tratti della falsa dottrina del salvi tutti, che prende le mossa dall’eresia apocatastatica dell”inferno non esiste, se c’è, è vuoto e comunque non è eterno”, una liquidità alla Karl Ranher, Kung, Galantino e associati.
Chi ha la gravissima responsabilità della guida delle anime, che, statene certi, possono perdersi, dovrebbe stare attento, almeno, a non mandarle fuori strada.
Giulio Melloni