Cronaca
28 Luglio 2017
Lo rivela il "Corriere della Sera" ipotizzando errori nelle ricerche. Già un anno fa avrebbe potuto essere fermato

Igor forse fuggito in Brasile. Nessuno avrebbe controllato il suo cellulare

di Redazione | 2 min

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Cresce l’aura di mistero attorno a Norbert Feher, alias Igor Vaclavic il Russo (in realtà serbo), l’uomo più ricercato d’Italia per gli omicidi del barista Davide Fabbri di Budrio e della guardia volontaria Valerio Verri nel Mezzano. Secondo il “Corriere della Sera” potrebbe infatti trovarsi in Brasile, ipotesi che secondo il quotidiano troverebbe conferma in una nota riservata giunta alla procura di Bologna – che indaga sul caso assieme a quella di Ferrara – dallo Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia con sede a Roma.

Nella nota, arrivata a fine giugno, si parla di una “fonte confidenziale attendibile” che avrebbe notizie importanti sulla presenza in un Paese del Sudamerica di Igor. Il pm Marco Forte, sempre secondo quanto riporta il “Corriere”, avrebbe chiesto a Roma maggiori dettagli e ottenuto una relazione. Relazione che ha rivelato alla Procura bolognese che un agente è stato inviato in Brasile per contattare la fonte confidenziale, senza però risultati concreti perché nel frattempo la polizia brasiliana aveva arrestato la stessa fonte, impedendo così di approfondire le informazioni che avrebbero potuto svelare il luogo in cui si trova Norbert Feher.

Se la ‘soffiata’ fosse autentica, ci si chiede come avrebbe fatto Norbert/Igor a fuggire dalla ‘zona rossa’ presidiata da centinaia di forze dell’ordine e con quale mezzo avrebbe potuto raggiungere il Brasile.

Il “Corriere della Sera” svela poi altri dettagli che farebbero pensare ad alcuni errori commessi nelle ricerche dell’omicida serbo. Il riferimento è alle rapine commesse assieme alla banda di Pajdek, quella dell’omicido Tartari, nel 2015. Quando i tre componenti della banda e autori della rapina finita con l’omicidio del pensionato di Aguscello vengono arrestati nell’estate del 2015, tirano in ballo Igor per le vecchie rapine commesse in precedenza e, negli atti di quegli interrogatori, riuslterebbe anche il numero di cellulare del serbo latitante. Cellulare che tuttavia, secondo il “Corriere della Sera”, nessuno avrebbe messo sotto controllo per cercare di localizzare il rapinatore.

“Nessuno lo cerca. Zero tentativi per individuarlo, nemmeno i più semplici – si legge nell’articolo del quotidiano a firma di Giusi Fasano –  E adesso che la sua vita è stata scandagliata palmo a palmo si scopre che quel numero di cellulare dato dai complici è rimasto attivo a lungo dopo l’emissione dell’ordinanza. Bastava metterlo sotto controllo, localizzarlo. E Igor il russo sarebbe stato un detenuto l’1 e l’8 aprile scorsi. Non un assassino”.

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