Attualità
26 Luglio 2017
L’ombra dei predatori sessuali sulle ragazzine ferraresi. La denuncia di una madre a Estense.com

Confessione shock. Giro di baby squillo, sesso per comprarsi l’eroina

di Ruggero Veronese | 5 min

Leggi anche

Tre ferraresi nuovi Maestri del Lavoro

Tre ferraresi sono stati nominati quest’anno “Maestri del Lavoro” e riceveranno l’ambita onorificenza della Stella al merito del lavoro. Si tratta di Tiberio Bonora e Maria Chiara Ferrari, dipendenti di Basell Poliolefine Italia, e di Sergio Grigatti, dipendente di Enel Green Power

25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Cau, tutte le informazioni per l’assistenza nei giorni festivi

In occasione di due settimane in cui si stanno susseguendo numerosi giorni festivi, le Aziende Sanitarie ricordano gli orari di attivazione del servizio di Continuità Assistenziale per la cura e assistenza alla cittadinanza nei momenti in cui non sono presenti i medici di medicina generale

“Quando entri da giovane nel giro dell’eroina ci sono due strade: o inizi a spacciare, o ti prostituisci. E voi non avete idea di quanti genitori, anche qui a Ferrara, sospettino qualcosa ma facciano finta di non vedere. Come purtroppo ho fatto io”.

Parla con rabbia e rimpianto la madre che ha accettato di incontrarci per raccontare uno dei lati più oscuri di Ferrara: quello della tossicodipendenza giovanile e delle opache figure che vi orbitano attorno. Spacciatori di strada e ‘domestici’, finte amicizie, operatori sociali fin troppo disillusi e, non ultimi, i predatori sessuali. Insospettabili borghesi pronti a pagare gli adolescenti – alimentandone la tossicodipendenza – pur di soddisfare le proprie voglie.

E’ proprio da uno di questi personaggi che parte la nostra ricerca: un sessantenne ferrarese già al centro di alcuni processi per casi simili a quello di cui ci occupiamo. Ma fuori dalle aule giudiziarie le storie sul suo conto sono costantemente alimentate da nuovi dettagli.

La madre che incontriamo ha una figlia appena maggiorenne che frequenta l’uomo da quando, adolescente (“quindicenne”, specifica il genitore), è caduta nel vortice dell’eroina. Una droga devastante che molti associano al ricordo degli anni ’80, ma che negli ultimi anni è tornata prepotentemente in voga soprattutto tra i giovanissimi, al punto che secondo l’Ipsad (Italian population survey on alcohol and other drugs) si contano in Italia ben 300mila persone con problemi di dipendenza dalla sostanza, in rapida ascesa. Prezzo e reperibilità sono i suoi punti di forza: gli spacciatori di strada la vendono anche a 5-6 euro al grammo, meno della marijuana. E la scomparsa di aghi e siringhe (oggi viene prevalentemente fumata o sniffata) fa credere erroneamente ‘al sicuro’ i suoi giovanissimi consumatori.

E’ in queste situazioni che compare l’insospettabile approfittatore. “Il pedofilo”, ci corregge la madre, “perché a 18 o 19 anni sei ancora una ragazzina. Sì, all’inizio si fa vedere come una figura amica, complice. Quello da cui puoi andare a consumare una dose senza che lo vada a dire in giro, che ti copre. Poi fa leva sulla loro debolezza, sulla dipendenza, dà loro qualche soldo nei momenti di magra. Così, quando si fa sotto con le avances, non possono resistere, perché è diventato la loro banca. A loro servono i soldi che non hanno il coraggio di chiedere alle famiglie”.

La donna parla per esperienza diretta: “Me ne sono accorta troppo tardi, un paio di anni fa, dopo aver trovato il portafoglio di mia figlia pieno di soldi e con il tesserino sanitario di quell’uomo. Quando tornò le chiesi spiegazioni ma non riusciva a parlare, balbettava. Era strafatta”.

Fu l’inizio dell’incubo, oltre che la frattura definitiva nel rapporto con la figlia: “Dopo ha sempre evitato il discorso, rispondendo sgarbatamente, dicendo di non romperle i coglioni. A noi non dà retta e gli amici non la aiutano. Sono finti amici, si frequentano per la droga. Ha addirittura un fidanzato, anche lui tossico, che sa benissimo cosa va a fare a casa di quell’uomo. Per denunciarlo servono delle prove, ma a coprirlo sono proprio le sue vittime, le ragazze che vanno da lui. Perché si vergognano e perché i suoi soldi fanno comodo”.

Solo quando è troppo tardi le ragazze si rendono conto di essere entrate in un tunnel senza uscita. “Alcune cominciano con piccole cose per comprarsi un vestito o una ricarica del telefono: ci sono uomini che pagano 50 euro per farsi mostrare le tette. Si accorgono che è facile ed entrano nel giro, a volte cominciano a drogarsi, poi non riescono più a uscirne e diventa una cosa devastante psicologicamente, alla mattina non riescono a guardarsi allo specchio. Un’amica di mia figlia diceva che prima di incontrare quell’uomo beveva. Si ubriacava per non pensare a quello che stava succedendo”.

Ma di quante ragazze parliamo, in una città di medie dimensioni come Ferrara? “Oltre a mia figlia, so di altre sette ragazze che frequentano lo stesso uomo, alcune minorenni. E come lui ce ne sono altri, anche fuori città. Una mia amica di Cento credeva che la figlia non bevesse neanche, ora è disperata perché ha scoperto che era entrata in un giro di baby squillo. Lo ha capito dai vestiti nuovi, troppo costosi”.

Ed è proprio per la reale ampiezza del problema che la donna ha scelto di rendere pubblica la sua storia. “A mia figlia, sapete, non ho neanche detto di questa intervista. Mi vergognavo. Ma vorrei che altre famiglie evitassero i nostri errori, soprattutto che i genitori la smettessero di dormire in piedi e non facessero finta di non capire certe situazioni”.

“La diffusione delle droghe tra i giovani – continua la madre – è un problema sociale pesantissimo: non solo eroina, ma anche cocaina, pasticche, addirittura la ketamina che si usava come anestetico per i cavalli. Sapete cosa mi ha confessato un addetto ai lavori? Che a forza di fare la guerra ideologica alle droghe leggere ci si è dimenticati dell’eroina. Servirebbe anche molta più collaborazione con le scuole: ho visto che in Italia esistono esempi molto interessanti di sensibilizzazione assieme ai servizi sociali, che andrebbero diffuse maggiormente”.

Parlando di droghe e di spaccio, non si può evitare di toccare il tema dell’immigrazione e di quanto influisce l’ormai capillare presenza degli ‘spaccini’ di strada. Il giudizio della donna è ambivalente: per quanto alcune comunità straniere abbiano aggravato il problema, occorre più lavorare sulla mentalità dei cittadini che lanciarsi in operazioni di repressione. “Con lo spaccio in strada per i ragazzini è più facile e i prezzi sono molto bassi – afferma la donna -. Gli africani, soprattutto nigeriani, sono i più subdoli perché tagliano l’hashish col metadone e i clienti diventano assuefatti, dopo è facile farli passare alle droghe pesanti. Ma toglietevi dalla testa che si possa eliminare lo spaccio: serve un lavoro culturale. Bisogna far capire alle famiglie che la colpa non è solo degli immigrati, anche se ci stanno portando a odiarli, ma che dobbiamo essere noi a vigilare sui nostri figli e a educarli. Le scuole, i servizi sociali, ma soprattutto i genitori. Bisogna lavorare con anticipo, altrimenti la giustizia si muove solo dopo che succede qualcosa di brutto”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com