Politica
30 Giugno 2017
Il vescovo di Ferrara interviene a Radio Vaticana sulle dichiarazioni del governo Gentiloni

Chiusura porti ai migranti, Perego: “Mi auguro sia provocazione”

di Redazione | 2 min

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Le dichiarazioni del governo, che si dice pronto a chiudere l’accesso ai porti italiani alle navi di ong con migranti che non battono bandiera italiana, sembrano non piacere all’arcivescovo di Ferrara Giancarlo Perego. La speranza del vescovo, presidente uscente della Fondazione Migrantes, è che si tratti solo di una sfida-provocazione verso i partner europei, ai quali viene chiesto dal, premier Gentiloni di fare ognuno la propria parte e non lasciare sola l’Italian nell’affrontare la situazione.

A riportare le dichiarazioni di Perego è Radio Vaticana, che ha raccolto le reazioni nel mondo ecclesiastico – e non solo – in merito alle posizioni assunte dal governo italiano. Per il vescovo di Ferrara si tratterebbe di una provocazione “che può essere anche utile” visto l’atteggiamento dell’Europa riguardo al fenomeno che avrebbe portato “la crescita di navi di ong che hanno fatto un lavoro sussidiario che ormai è il 50 per cento di tutte le operazioni di salvataggio”. Per Perego l’Europa non ha saputo presidiare il Mediterraneo per salvare vite umane, ma nello stesso tempo punta l’indice verso la politica europea sull’asilo che, a suo dire, risulterebbe ‘monca’, soprattutto sul ricollocamento dopo il salvataggio in mare. Il ricollocamento, dice il vescovo a giustificazione delle dichiarazioni del governo, è una responsabilità di tutti i 27 Paesi, ma avverte che poi “che questa minaccia, questa provocazione non debba esaurirsi poi, di fatto, nel far crescere i morti in mare e nell’indebolire i salvataggi in mare”.

L’arcivescovo ‘bacchetta’ a sua volta l’Europa, capace di penalizzare i Paesi per alcuni aspetti legati all’economia e al commercio, ma che invece non interviene “per tutto quello che riguarda, come per l’aspetto dei rifugiati, la salvaguardia della persona umana”. Auspica quindi che la Ue possa avere presto anche un forte carattere di solidarietà sociale, altrimenti – è l’opinione di Perego – “diventerà un “vulnus” e torneremo a nazionalismi e particolarismi e questo sarebbe ulteriormente un aspetto grave che ancora una volta penalizzerà i più deboli”.

La condivisione soprattutto delle politiche sociali, tra cui appunto il diritto d’asilo, secondo Perego è il meccanismo fondamentale per far diventare l’Europa un unico Paese. “Anche la ventilata idea di riaprire il discorso non tanto sul ricollocamento quanto su campi profughi in Libia o altro – conclude Perego nell’intervista a Radio Vaticana – è un ripiego che ancora una volta penalizzerebbe le persone più deboli e negherebbe un diritto fondamentale che è il diritto d’asilo”.

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