Cronaca
26 Giugno 2017
Il caso del latitante più ricercato d'Italia finisce anche su El Pais: "La polizia italiana ha perso le tracce dallo scorso aprile, un incubo"

Il fantasma dell’assassino Igor il russo

di Redazione | 3 min

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“Igor Vaclavic, noto anche come Norbert Feher o semplicemente come Igor il russo, ha ucciso due persone ed è diventato un fantasma. La polizia italiana ha perso le tracce dallo scorso aprile, un incubo nella regione Emilia-Romagna”. Il caso del latitante più ricercato d’Italia viene ripreso anche dalla stampa estera, in questo caso dal quotidiano spagnolo El Pais che nei giorni scorsi ha pubblicato un articolo in cui ricostruisce tutta la vicenda de “El fantasma del asesino Igor el Ruso”.

“L’omicida, un militare di 41 anni esperto nel tiro con l’arco, arti marziali e armi da fuoco, era dal 2006 in Italia – si legge sul quotidiano iberico -, quando fu arrestato e imprigionato per otto anni (scontato di 21 mesi per buona condotta). Ha lasciato il carcere ed è tornato alle sue vecchie abitudini. Dopo aver partecipato a una rapina con violenza sessuale, fuggì e uccise il proprietario di un bar di Budrio e, giorni dopo, una guardia provinciale”.

“Grilletto violento, facile e molto sfuggente, Igor è svanito nonostante la polizia e i servizi segreti lo cerchino giorno e notte dallo scorso aprile. Le famiglie delle vittime cominciano a disperare”. Tra loro c’è Francesca, figlia della guardia ambientale volontaria uccisa l’8 aprile nell’agguato del Mezzano dove è rimasto gravemente ferito anche l’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia.

“Passano i giorni ed ormai nessuno pensa più all’assassino di nostro padre – si sfoga Francesca Verri sulla sua pagina Facebook -. Noi abbiamo fatto una denuncia precisa in procura. Chi sapeva non ha informato. Chi doveva intervenire non è intervenuto. Ma è troppo potente colui che evidentemente deve essere interrogato e deve rispondere alle nostre domande. Il nostro avvocato (Fabio Anselmo, ndr) ci ha detto che in procura è stato aperto un fascicolo a modello 45. Non ci capiamo nulla ma ci è stato spiegato che vuol dire che al momento sarebbe una pseudo notizia di reato. Siamo gente comune e non capiamo. D’altronde ormai questa giustizia chi la capisce?”.

Un’altra domanda che cade nel vuoto. “Visto il diffuso nervosismo tra i vicini e il fallimento della polizia, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha promesso che non avrebbe avuto pace finché non lo avrebbero trovato” riporta El Pais. E in effetti il ministro, in visita al quartier generale di Molinella, aveva dichiarato ormai lo scorso 21 aprile che “continueremo le ricerche finché non cattureremo il fuggiasco”. Sono passati più di due mesi da quell’affermazione, in una caccia lunga e infruttuosa.

“I ricercatori ritengono che il serbo non può aver lasciato la zona rossa e che ha un complice che lo aiuta a nascondersi – si legge sul giornale spagnolo -. Anche il prete del carcere dove stava scontando la sua pena, che lo battezzò e con cui aveva forti legami, sostiene che si trattava di un ‘timorato di Dio’ e gli chiese di arrendersi. Ovviamente, l’eco solitario delle sue parole risuona ancora nella galleria del carcere senza alcuna risposta”.

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