Una “norma-schifezza”, così l’ha definita. Un atto d’accusa molto duro, quello che dal palco romano di piazza San Giovanni ha rivolto ieri il segretario generale Cgil Susanna Camusso a governo e Parlamento. “Avevano paura del voto dei cittadini, di andare nel paese e tra la gente a discutere di cosa siano la precarietà e l’incertezza quotidiana del proprio lavoro e della propria situazione” ha detto la leader sindacale. “Hanno scelto la strada degli emendamenti blindati e dei voti di fiducia” ha continuato: hanno “cambiato nome” ai voucher, ma “non la schifezza che sono”.
La schifezza era già stata denunciata da Cristiano Zagatti al Prefetto di Ferrara, durante il presidio dello scorso 27 maggio.
“Cosa ci si poteva aspettare da un governo – afferma Cristiano Zagatti, presente alla manifestazione a Roma con oltre 500 ferraresi partiti da città e provincia – che strappa il rapporto con i cittadini allontanando la Costituzione da loro. Purtroppo questi schiaffi alla democrazia li pagheremo tutti”.
Continua la battaglia che ha come tema fondamentale “l’abrogazione delle forme di precarietà e la riconquista dei diritti”. E che, ha concluso il segretario generale Camusso oggi a Roma, vede come primo compito della Cgil quello di “ricostruire l’unità del mondo del lavoro, da realizzare attraverso il primo strumento della contrattazione, il nostro esercizio di inclusione, che deve procedere assieme alla lotta per la conquista della Carta dei diritti universali del lavoro”.
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