E’ stato aperto un procedimento disciplinare da parte del ministero della giustizia, dipartimento di polizia penitenziaria, nei confronti di Roberto Tronca e Fabio Renda, sindacalisti e agenti della polizia penitenziaria di Ferrara. I due sono accusarti di aver rilasciato una intervista criticando il sistema della liberazione anticipata, sostenendo che Igor avesse tenuto una buona condotta per poter uscire prima e commettere reati.
Le loro parole vennero trasmesse durante il programma Pomeriggio 5, condotto da Barbara D’Urso lo scorso 14 aprile. Ma per il loro legale, l’avvocato Denis Lovison, si tratta di una sorta di fraintendimento. “I due agenti sono accusati di aver rilasciato dichiarazioni senza autorizzazione da parte del corpo di Polizia penitenziaria, ma in realtà quando intervennero vestivano i panni di sindacalisti del Sappe, ma questo aspetto non traspare dal servizio perché p stato tagliato prima di essere messo in onda. Da qui si è attivato il ministero. Noi siamo fiduciosi del fatto che, in virtù dei nostri chiarimenti, la vicenda possa tornare nel suo giusto alveo”.
Intanto, mentre i fascicoli sulla rapina di Consandolo e l’omicidio di Portomaggiore verranno trasmessi a Bologna, la procura ha iniziato ad acquisire tutti i dispacci, le comunicazioni e le note informative avvenuti tra forze dell’ordine sulla localizzazione nel territorio ferrarese di Norberto Feher, alias Igor Vaclavic, durante il periodo in cui era ricercato per le rapine con la banda Pajdek, da ottobre 2016 ad aprile 2017.
Da quanto si apprende al momento i primi accertamenti sarebbero negativi e non erano ancora emerse prove consistenti sulla sua presenza. La prova (indiziaria) che nella rapina alla guardia giurata ci sia la mano di Igor è arrivata molto dopo l’aggressione alla guardia giurata. É certo infatti solamente che l’uomo si trovasse a 800 metri dal luogo del delitto, essendo stato trovato il suo dna iin un giaciglio poco distante. Lo stesso vale per l’omicidio di Budrio: le immagini delle telecamere non potevano ancora dare la certezza dell’identità.
Alla luce di queste considerazioni, al momento non sono ancora state accertate eventuali sottovalutazioni del pericolo tali da indurre le forze di pubblica sicurezza a diramare un allarme formale ed evitare così pattugliamenti nel territorio da parte di personale non armato e non addestrato.
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