Lettere al Direttore
10 Giugno 2017

Il feticcio delle leggi

di Redazione | 3 min

È importante che l’opinione pubblica e anche la stampa comprendano che devono essere rispettate le garanzie che uno stato democratico deve a tutti”, così esordisce il Questore di Ferrara in un’intervista avente per oggetto la questione dei clandestini ESPULSI dalle autorità per motivi di ordine pubblico che – spiega – restano “per legge” liberi di circolare fra noi per mesi e anni.

Nulla vien detto sul fatto che siffatte opportunità create “per legge” determinino per la delinquenza del terzo mondo un’irresistibile attrazione a venire da queste parti, moltiplicando i problemi e rendendo irrisoria la capacità di deterrenza delle FF.OO. con gli stranieri. In altri termini, da un falso problema si ottiene un vero e grande problema.

Diversamente dai “paradisi fiscali” inventati per attrarre capitali stranieri, in formale omaggio a leggi sgangherate qui si attirano moltitudini di poveri malavitosi, o di intenzionati a farsi mantenere il più possibile, o semplicemente allettati da un sistema sanitario di qualità totalmente gratuito (che si regge sul debito pubblico, lasciando il conto ai nostri disgraziati posteri). Ricavandone in cambio mirabili certezze escatologiche da annunciare trionfalmente perché, offrendo agli stranieri un innovativo “paradiso penale”, la democrazia italiana sta esprimendo un modello di civiltà!

Ma davvero tutto ciò ha dignità “di legge”? Non provoca rigurgiti la continua acquiescenza ad ospiti stranieri che infrangono leggi in virtù della legge? Non c’è neanche un indignato che faccia sciopero contro tale ossimoro applicato?

Ossimoro o no, il Questore ritiene di dover rispettare leggi anche demenziali. Non gli cale che le “garanzie che lo Stato Italiano deve a tutti” vengano poi negate proprio ai cittadini italiani lasciati “per legge” a subire le azioni di cattivi soggetti ESPULSI di nome ma non di fatto.

Evidentemente, per i politicanti a Roma o in Comune (*) le efferate vicende della banda Paidek e del killer Igor (ma anche l’esercito di mendicanti africani che riempie strade e parcheggi) non si devono agli effetti collaterali di regole sbagliate per insipienza dei legislatori. Ed evidentemente anche i funzionari dello Stato si allineano consensualmente ai politicanti al potere.

Ma, sia chiaro, il credere al rispetto delle leggi, qualsiasi esse siano, solo in virtù dell’appartenenza ad uno stato di diritto non significa altro che credere in un feticcio. Pura superstizione, insomma.

Il nostro Stato, checché ne dicano, ha fondamenta inconsistenti.

Paolo Giardini

(*) Ci sarà senz’altro qualche impagliato pronto ad osservare che chi siede in Comune DEVE uniformarsi alle leggi dello Stato. Dimenticando che il comune denominatore di tutti quelli che siedono negli scranni del potere è il partito dominante in città, Regione, Parlamento e Governo. Al sindaco basta un telefono per arrivare direttamente alle più alte cariche dello Stato ed erudirle sulle sciocchezze seriali che stanno celebrando. Più fittizia di così la separazione fra i poteri è difficile farla.

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