Lettere al Direttore
27 Maggio 2017

Cronache da un’epoca pre-vaccini

di Redazione | 3 min

Gentile Direttore,

quando sul Carlino del 13 aprile u.s. ho letto che era stata indetta in Parlamento una conferenza stampa sul tema : “Libertà di scelta per vaccinazioni in sicurezza” promossa da un deputato medico, ho ritenuto doveroso intervenire come uno dei pochi testimoni della situazione degli anni ’50 riguardo ad una delle malattie più temute, la poliomielite.

Entrato nel 1951 come giovane medico pediatra all’Istituto Provinciale Infanzia (IPI) diretto dall’insigne prof. Marino Ortolani, mi trovavo spesso a svolgere il servizio di guardia medica. Ricordo come una delle esperienze più frustranti quando arrivava in Pronto Soccorso un bambino con uno o entrambi gli arti inferiori ciondolanti. I genitori riferivano che il giorno prima il bambino giocava e correva sulla spiaggia e che il mattino successivo non riusciva a stare in piedi; la diagnosi non lasciava dubbi: paralisi da poliomielite. L’incubo degli anni ’50!

L’epidemia si manifestava in particolare nel periodo estivo. A Cesenatico, ad esempio, se si verificavano due casi di poliomielite, molte famiglie rientravano a casa, interrompendo la vacanza. Segnalati altri casi in luoghi di villeggiatura… famiglie allarmate… una vera psicosi! In Italia, in quegli anni, i casi denunciati erano dai 2.500 ai 3.000 ogni anno. A Ferrara dai 15 ai 20 casi ogni anno, con qualche puntata di 30. Da tempo si invocava una vaccinazione per la quale si stava lavorando alacremente. Finalmente lo statunitense Jonas Salk, nel 1955, preparò un vaccino iniettabile che diede i primi risultati positivi. Ma fu Albert Sabin che, nel 1962, preparò un vaccino orale di grande efficacia. In Italia il vaccino era pronto nel 1964. In quell’anno iniziò la vaccinazione di massa di tutti i bambini dai due mesi ai sei anni.

Il Ministero diede l’incarico della vaccinazione all’ONMI (Opera Nazionale Maternità Infanzia), che aveva una presenza capillare su tutto il territorio della Provincia attraverso i consultori pediatrici. Nel frattempo io avevo assunto la direzione provinciale di questa istituzione: iniziammo quindi la vaccinazione a Ferrara e provincia. All’inizio la vaccinazione non era obbligatoria, ma vi fu un’adesione spontanea totale. Essendo un vaccino orale esso era molto gradito ai bambini: due gocce del vaccino su una zolletta di zucchero.

Lasciamo parlare i dati statistici: dai 1.800 ai 2.300 casi in Italia nei due anni precedenti, nell’anno successivo alla vaccinazione l’incidenza era scesa a 212 casi. La vaccinazione obbligatoria è stata introdotta con la legge 25/5/1967 che fissava la prima dose nel primo mese ed un richiamo al terzo mese.

Non esistono controindicazioni alla vaccinazione; casi particolari saranno valutati dal medico vaccinatore. In questi ultimi anni molto si è scritto su questo argomento avanzando dubbi, timori assolutamente infondati, provocando una diminuzione della vaccinazione antipolio. E questo è preoccupante perché se la percentuale di vaccinati scende al di sotto di un livello critico la popolazione non è più protetta. Teniamo presente che la poliomielite su scala mondiale non è stata eradicata. Vi sono focolai di infezione in molte parti, soprattutto in Africa e Asia (Afganistan e India). Con il movimento di popolazioni oggi presente il pericolo di ricomparsa della poliomielite diventa reale.

E termino con un pensiero di gratitudine per Albert Sabin: la sua scoperta ha liberato l’umanità da una grave malattia invalidante. Sabin non ha voluto brevettare il suo vaccino rinunciando ad un ritorno economico cospicuo perché diceva che non voleva speculare sui mali dell’umanità. Grazie per l’attenzione.

Prof. Raffaele Lucci

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