Politica
21 Maggio 2017
Pesanti le accuse lanciate dall’economista Massimo Pivetti alla Feltrinelli per presentare il suo libro assieme al collega Aldo Barba dal titolo ‘La scomparsa della sinistra in Europa’

“L’immigrazione indebolisce i lavoratori e la sinistra deve capirlo”

di Redazione | 3 min

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“Analiticamente bisogna rendersi conto che il problema immigrazione esiste perché indebolisce il potere contrattuale del lavoratori e fa parte della cultura di sinistra da sempre ritenere la forza lavoro a basso costo un grande limite per la manodopera indigena”. E ancora: “Tornare ad una sinistra di classe significa prendere atto di quello che sta succedendo e il primo problema è l’immigrazione, i ceti popolari non ne possono più e la perdita di consenso dei partiti di sinistra in Europa arriva proprio da lì. Senza capire questo la sinistra non potrà mai riprendersi”.

Sono queste alcune delle pesanti accuse lanciate dall’economista Massimo Pivetti alla Feltrinelli per presentare il suo libro assieme al collega Aldo Barba dal titolo ‘La scomparsa della sinistra in Europa’. Secondo quest’ultimo “la piena occupazione (che per i due autori dovrebbe essere, assieme alla redistribuzione, il valore principale della sinistra, ndr) si può raggiungere solo con la volontà politica e vanno capiti quali sono i limiti per poterlo raggiungere. Sicuramente tra gli impedimenti alla piena occupazione ci sono la libera circolazione di capitali, merci e lavoratori”.

Un pensiero che trova concorde anche Pivetti che sottolinea come “di fronte a piena occupazione e redistribuzione è difficile avere pareri discordanti ma vanno trovate le condizioni necessarie per la sua applicazione e i limiti al suo raggiungimento. La condizione necessaria è la sovranità monetaria, mentre i vincoli sono quelli esterni della bilancia dei pagamenti che si possono risolvere con un controllo severo di tutte le transazioni con l’estero quindi capitali, lavoratori e merci che non significa ridurre drasticamente le importazioni ma contenerle per far fronte alla produzione interna”. Ma il professore di economia politica non si ferma qua: “Bisogna riflettere – tuona l’autore – su questa violenta resistenza al blocco dell’immigrazione che arriva dalla sinistra. Il migliore e più importante contributo dell’Occidente e dei partiti progressisti ai paesi poveri è evitare questa valvola di sfogo rappresentato appunto dall’immigrazione”

Inutile negare come le parole dei due autori abbiano acceso uno scontro verbale all’interno della libreria con tanti che si sono alzati per manifestare il proprio disappunto. “Come si possono dire cose del genere quando ci sono persone che scappano dalla guerra? Forse ci si dimentica che tanti dirigenti della futura sinistra si sono salvati dal fascismo perché fortunatamente hanno trovato riparo all’estero”, ribatte un ragazzo tra il pubblico, mentre altri si chiedono “come è possibile che all’Italia, paese esportatore, convenga chiudere al libero scambio tra merci?”.

Non è d’accordo con i due economisti nemmeno l’ex segretario Fiom Gianni Rinaldini che annuisce ai dubbi esposti dal pubblico. “E quindi la proposta qual è? Uscire dall’Euro e svalutazione? – domanda ironico il sindacalista -. Dire che il problema delle retribuzioni basse dei lavoratori è legato all’immigrazione è sbagliato e va invece ricercato il tema all’interno delle aziende e nei ricatti a cui sono posti i lavoratori quando gli si dice ‘dal prossimo anno la Panda la facciamo in Polonia’”.

“La sinistra ha fatto propri i paradigmi della globalizzazione a cui né i socialdemocratici né i radicali hanno saputo replicare adeguatamente”, attacca ancora Rinaldini, convinto che l’errore ci sia stato anche al momento della “costituzione dell’Europa, in cui non si riscontravano differenze tra destra e sinistra e in cui nessuno ha posto questioni essenziali sull’Europa sociale. L’Ue ha fatto proprio il modello anglosassone apportando nella sua struttura sociale il meccanismo statunitense che ci ha spiegato bene Marchionne in Fiat”. Ma non solo: “Ripensare oggi la sinistra – chiosa l’ex segretario Fiom – significa rivalutare la società e oggi la politica è diventata uno spettacolo assolutamente deprimente. Gli Usa hanno fatto un bilancio di un paese in guerra, chiedendo a tutti di alzare le spese militari. Si stanno creando rischi e dinamiche che mettono in ballo gli equilibri internazionali e il vero problema oggi è la spartizione che alcune nazioni stanno facendo del mondo”.

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