Dopo la sentenza di primo grado da parte del tribunale di Ferrara per pedofilia, ora il prete condannato per violenza sessuale su una decina di bambine della parrocchia dell’Alto ferrarese a lui affidate è stato ridotto allo stato laicale. Il 9 aprile del 2008 il giudice gli comminò una pena di sei anni e dieci mesi per violenze sessuali compiuti due anni prima, quando gestiva un asilo in provincia di Ferrara ricadente nella diocesi di Bologna.
Dopo che se ne occuparono ben pochi quotidiani (Estense.com, l’Unità e la Nuova Ferrara: vai agli articoli), il caso era tornato a galla lo scorso febbraio, quando un avvocato di parte civile scrisse al cardinale Caffarra per esortare la curia a ripagare le piccole vittime di pedofilia per gli abusi compiuti dal suo sacerdote che oggi ha 70 anni.
Ora proprio dalla curia, attraverso il quotidiano cattolico Avvenire, rende noto che il parroco è stato ”dimesso dallo stato clericale”.
Secondo il diritto canonico il presbitero dimesso perde automaticamente i diritti propri dello stato clericale. Perde, inoltre, la dignità e i compiti ecclesiastici e rimane escluso dall’esercizio del ministero (messa, confessione, battesimo, matrimonio ecc.), né può avere un compito direttivo in ambito pastorale. Non può insegnare nei seminari e negli altri istituti dove sono presenti insegnamenti di discipline teologiche.
La “scomunica” è arrivata il 22 gennaio scorso dalla voce di Benedetto XVI, al termine del relativo processo canonico. Il provvedimento pontificio è stato trasmesso a Caffarra il 4 marzo e notificato il 9 marzo al diretto interessato, che era già stato sospeso in via cautelare dall’esercizio di tutte le facoltà sacerdotali l’11 aprile 2005, dopo gli arresti domiciliari.
Al termine della misura cautelare la curia lo trasferì presso il Santuario della Madonna di S. Luca. Terminato il primo grado del processo “laico”, si è aperto quello canonico nel dicembre 2008, conclusosi con l’invio degli atti alla Congregazione per la Dottrina della Fede competente nel merito nell’ottobre 2009’.
Ora il parroco è in attesa del processo d’appello – ovviamente statale -, fissato per il gennaio 2012.
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