La chiusura per tre giorni a settimana della Pinacoteca, a causa di gravi carenze del personale di custodia e vigilanza, è stata scongiurata. L’operazione di ‘salvataggio’ porta il nome del ministro Dario Franceschini che, appena appresa la notizia dalla stampa locale, si è mobilitato per evitare una chiusura a singhiozzo che avrebbe impattato pesantemente sul turismo della città estense.
La soluzione tampone messa in atto dal ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo passa attraverso il prestito di personale da altre sedi museali. Una riorganizzazione che dovrebbe garantire il normale orario della Pinacoteca già a partire dal 3 maggio.
Il problema della mancanza di personale in parte causato dal mancato turn-over legato ai pensionamenti, come annunciato dalla direzione delle Gallerie Estensi, avrebbe portato alla chiusura del museo nelle giornate di lunedì, martedì e mercoledì, mentre giovedì e venerdì sarebbe rimasta aperta con orario ridotto dalle 8,30 alle 14 e nel weekend dalle 13,30 alle 19. Ad eccezione del primo maggio che si sarebbe osservata un’apertura straordinaria, dalle 13.30 alle 19, per non rovinare i piani dei tanti turisti giunti in città per il ponte festivo.
Con l’intervento del Mibact, invece, verranno assicurati gli orari pieni in attesa di nuove assunzioni. Confermate le visite pomeridiane del primo maggio e la normale chiusura del martedì, da mercoledì 3 maggio la Pinacoteca Nazionale al piano superiore del palazzo dei Diamanti aprirà regolarmente.
Viene quindi a cadere l’ordine del giorno già presentato da Claudio Fochi, consigliere comunale del M5S, che chiedeva al consiglio comunale di “esortare il ministro Franceschini ad attivarsi per sanare, con reperimento e allocazione di appositi finanziamenti, le criticità che hanno portato ad una riduzione oraria e chiusure settimanali della principale galleria d’arte ferrarese”.
Il consigliere pentastellato esprime tutto il suo “disappunto nei confronti di una decisione che riduce l’offerta museale della Pinacoteca di Ferrara in un periodo di alta stagione turistica” e “decise riserve verso una politica museale e culturale più soggetta a vincoli di spesa e di bilancio che alle esigenze e aspettative dell’utenza, che si adegua supinamente al mancato turn-over del personale in pensionamento proprio in un settore vitale per l’economia nazionale quale è il turismo dove invece le risorse umane necessarie dovrebbero essere incrementate”.
Fochi si dice contrario all’eventuale “esternalizzazione del servizio di sorveglianza notturno (che richiede attualmente la presenza di quattro dipendenti della Pinacoteca) ad una agenzia privata, naturalmente con il solito pretesto del contenimento della spesa, dell’efficienza dei servizi e dell’ottimale utilizzo del personale” e al “paventato trasferimento della Pinacoteca dal Palazzo dei Diamanti al Castello Estense” perché “non è proprio il caso di concentrare negli spazi del monumento già più frequentato della nostra città una elevata quantità di dipinti dall’elevato tasso artistico: troppa concentrazione di opere d’arte in un unico spazio museale nuocerebbe all’offerta museale stessa”.
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