Attualità
30 Aprile 2017
Il critico d'arte riceve il premio stampa nella sala del Consiglio comunale e lancia bordate contro la città, M5S, Franceschini e magistratura: "L'unico riscatto è la Spal"

Sgarbi: “Ferrara ingrata, non voglio avere più alcun rapporto”

di Redazione | 4 min

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Consegnati nell’aula del consiglio comunale gli annuali premi dell’associazione Stampa Ferrara che sono andati alla famiglia Sgarbi (premio stampa 2017), Gian Pietro Testa (premio alla carriera) e due menzioni speciali rivolte al professore di otorinolaringoiatra Antonio Pastore e al maestro panificatore Romano Perdonati. Non sono mancati, all’interno della premiazione, pesanti attacchi alla città estense, ma non solo, da parte di Vittorio Sgarbi che, come al solito, non ha risparmiato accuse violente.

“L’ultima volta che sono stato in questa aula è stata in un momento importante che riguardava il governo di un italiano di buona volontà travolto dalla giustizia e accusato di avere avuto qualche ragazza”, introduce il discorso il critico d’arte, ribadendo che “in questa città storicamente comunista la figura di Fidel Castro ha fatto riferimento a un mondo amoroso di circa 35 mila donne, nessuno lo ha processato per questo, ha governato e scopato serenamente. Qualche mese fa ci siamo ritrovati con Berlusconi dopo tanti bunga bunga e mi ha detto che era al Ruby ter e che nella sua vita se ne era fatte solo 100, gli ho risposto viva il comunismo”. E ancora: “Sono cose che si possono discutere rispetto alla morale cattolica ma poi fino ad un certo punto e il Vescovo qua davanti credo preferirà l’inclinazione verso il mondo femminile piuttosto che la legittimazione dilagante dell’omosessualità – dichiara Sgarbi -. Credo che la Chiesa dica scopate pure ma fatelo come una volta, invece ora è un grande pasticcio”.

Il pensiero di Sgarbi prosegue e ricorda che “quando partecipai a quella avventura politica come sottosegretario, in questa aula si è celebrata la prima larga intesa che sembra oggi essere l’unica possibilità per impedire governi grillini con persone depensanti (e qui inserisce un commento piuttosto forte alla sindaca di Roma, ndr). Proposi io alla città di Ferrara, con l’unanimità del consiglio, il museo della Shoah e trovammo una unità sui valori dell’umanità che ha visto il popolo ebraico vittima di una violenza senza precedenti, salvo quello che sta avvenendo oggi nel nostro cedere al mondo mussulmano”. Secondo il critico d’arte “gli ebrei hanno resistito perché ebrei noi saremmo travolti perché abbiamo paura di essere cristiani. È una cosa intollerabile, quello che ha patito il mondo ebraico dovrebbe essere d’esempio per difendere le nostre tradizioni e valori, invece da parte nostra c’è una rinuncia”.

Frasi forti anche contro la magistratura: “L’azione di Di Pietro e dei suoi non ha colpito la corruzione ma ha ucciso le identità, l’essere – tuona Sgarbi -. Siamo arrivati al padre di Renzi e oggi ogni magistrato può alzarsi e fare qualsiasi idiozia e se uno dice una cosa giusta, come il procuratore di Catania, viene attaccato”.

L’attenzione si sposta ancora verso la città di Ferrara e sono altre bordate: “L’unico riscatto per la città è la Spal e Franceschini, a cui passai la proposta del museo della Shoah, non mi ha nemmeno chiamato o invitato all’inaugurazione, sono stato totalmente ignorato – polemizza l’ex sottosegretario -. Io non voglio avere alcun rapporto con questa città ingrata che non riconosce il bene ed il male, il nostro rinascimento è la squadra di calcio e stiamo chiudendo la Pinacoteca di Palazzo dei Diamanti”.

“Franceschini afferma che le città devono rimanere aperte poi chiude la Pinacoteca, quindi devono rimanere aperte tutte tranne la tua?”, domanda Sgarbi, puntando il dito anche contro le “chiese della città ancora chiuse dopo il terremoto nonostante il ministro di Ferrara. Non è questione di distrazione ma di valori”. Le stoccate a Franceschini continuano: “Italo Balbo fu anche lui ministro e mai avrebbe permesso che nella sua piena attività Ferrara non avesse il minimo – afferma il critico d’arte -. Franceschini ha nominato un direttore a Modena, che ha egemonizzato ancora Ferrara, creando un’unica dimensione per la Galleria Estense e chiuso il museo nella sua città”.

Di tutt’altro tono invece le parole di Gian Pietro Testa che ringrazia per il premio e si definisce “stupito per questo premio, non perché non abbia fatto il mio lavoro in modo corretto ma perché sono sempre stato e sono tutt’ora un giornalista contro. Non avrei mai creduto in una città come Ferrara di ricevere questo premio, in un luogo in cui appena tiri fuori la testa te la tagliano come fa l’Isis”.

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