Lettere al Direttore
30 Marzo 2017

“Con Orlando più forti e uniti”

di Redazione | 2 min

A seguito del referendum costituzionale del 4 dicembre, il Partito Democratico deve fare una seria autocritica. Con la sconfitta sulle riforme istituzionali la sinistra deve riscoprire la dimensione sociale, che è la nostra stessa ragione di esistere. Il voto referendario ci fornisce una fotografia impietosa sulle divisioni che contrappongono Nord e Sud, centri e periferie, giovani e anziani. La nostra risposta deve allora essere quella di unire, colmare i divari, ricucire la ferite. E la persona giusta per questo compito è Andrea Orlando. Abbiamo bisogno di ritrovare unità, sia all’interno del partito, sia nel Paese. E questo obiettivo va perseguito con politiche sociali inclusive: la combinazione tra Job Act e decontribuzioni per nuove assunzioni necessita di una revisione profonda per fornire ai giovani una prospettiva durevole e non fondata su bonus provvisori; bisogna impostare un fisco più equo fondato sulla progressività delle imposte; promuovere l’inclusione sociale, ad esempio con un reddito minimo per le 4,6 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà assoluta; continuare il percorso virtuoso di riforme della giustizia introducendo il reato di tortura e il testamento biologico; investire maggiormente in università e ricerca; recuperare il confronto con il mondo della scuola. Orlando propone la sua visione in un’ottica di dialogo e confronto che troppo spesso è mancato negli ultimi anni. Il PD rischia un pericoloso isolamento rispetto a segmenti fondamentali della società, oltre alle divisioni al proprio interno. Dobbiamo recuperare il dialogo con la nostra base di riferimento, anche in vista delle alleanze per le prossime elezioni. Non possiamo accettare il rischio di trovarci ancora alleati all’Alfano e al Verdini di turno, ma dobbiamo ricostruire un centrosinistra vero, con una solida base valoriale comune. Per questo respingiamo la logica di affidamento totale al capo, che ci ripropone il segretario uscente, preferendo un leader che sappia coinvolgere il nostro popolo e che abbia l’umiltà di sapere ascoltare tutti. Non vogliamo un partito della nazione, vogliamo un partito della Costituzione, che si faccia portavoce delle istanze di uguaglianza provenienti dalla società. Prendiamo in mano il futuro del partito, del nostro partito, e diventiamo protagonisti di una nuova stagione politica, con Andrea Orlando, il segretario che lavora per unire.

Mattia Franceschelli – Cento

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