Rubiamo il titolo di Beppe Servegnini moderatore al Forum “Europe Fights Back” organizzato dal Movimento Federalista Euoropeo, in occasione della Marcia per l’Europa 2017, per celebrare i 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, momento costitutivo della Comunità Europea.
E’ ancora sensuale e attrattiva l’Europa a 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma? I cittadini europei hanno capito in questi 60 anni il ruolo attivo dell’Europa nella loro vita o alla fine il tutto si riconduce ad argomenti di economia, di potere di acquisto dell’Euro o politiche migratorie? Meglio più Europa o meno Europa in futuro?
Nel 1957, in un’Europa post bellica, 6 nazioni, firmarono un patto in contrasto alle rivalità storiche tra Stati nazionali europei. A distanza di 60 anni, sono 27 i paesi che hanno firmato una dichiarazione che riafferma l’importanza dell’integrazione europea e la democrazia.
Al di la di quelle 27 firme ci sono le persone, i cittadini, che questa Europa la vivono quotidianamente, ma spesso non la percepiscono perché l’Europa non fa notizia non appassiona, e viene visto come un’istituzione lontana, su cui è facile riversare tutte le responsabilità.
Eppure dovremmo ricordare innanzitutto che questi sono stati 60 anni di pace, di democrazia, di libertà, di diritti umani e affermazione della legge, welfare e protezione sociale, di libero scambio delle merci e soprattutto di libero movimento delle persone. Tutto ciò è stato possibile grazie al lavoro responsabile della politica che ha fatto scelte. Tuttavia oggi L’Ue è un soggetto ancora incompiuto: la Commissione dovrebbe evolvere in un vero governo, legittimato dal voto dei cittadini che definisce l’agenda politica comune.
Il 24-25 marzo Roma è stata Capitale d’Europa, e la partecipazione alla Marcia per l’Europa di migliaia di persone provenienti da tutti i paesi europei, in prevalenza giovani, ci manda un segnale forte: non fermarsi e portare avanti la riscossa e il rilancio europeo contro i nazionalismi che minano la nostra civiltà democratica, la libertà, la solidarietà e la coesione sociale, la pace.
C’è una ricetta per questo? Il futuro non può che essere l’Unione Federale, che non significa rinunciare alla propria identità nazionale, bensì partire dalle istituzioni per creare l’unione, poiché purtroppo ad oggi abbiamo toccato con mano i limiti e le conseguenze del mancato consenso tra gli Stati membri sui grandi temi, e su come affrontarli. Non è giocando a tirare la coperta, o ponendo veti, che si risolvono i problemi, anzi, così facendo è più facile nutrire i nazionalismi e le forze separatiste. Solo il federalismo può rispondere alle poderose sfide del nostro tempo, la chiave per risolvere i nostri problemi comuni, salvaguardare i nostri valori e garantire il nostro benessere, la sicurezza e la democrazia.
E allora, provando a rispondere alla domanda iniziale, la nostra risposta è SI, l’Europa è ancora molto attrattiva e i risultati di questi 60 anni hanno dimostrato che nel momento delle difficoltà, è necessario riscoprire lo spirito fondativo. Tutto questo ce lo chiedono i cittadini, in primis i giovani, che affrontano le sfide con passione e coraggio.
Marcella Cariani
(Consigliere Comunale PD Cento)
Maria Antonella Rolfini
(Lista Civitas Cento)