Attualità
8 Marzo 2017
Il vescovo uscente collega “il fatto inaudito” all’amministrazione di Barack Obama

Negri ‘complottista’: “Ratzinger costretto a dimettersi”

di Redazione | 4 min

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Mercoledì 22 maggio alle ore 17 presso la Sala Conferenze della Camera del Lavoro di Ferrara (Piazza Verdi, 5) farà tappa a Ferrara il “Viaggio in Italia con la testa in Europa” un tour di presentazione e discussione delle idee e delle proposte del Forum Disuguaglianze e Diversità, partito il 4 aprile e che terminerà il prossimo 7 giugno, toccando oltre 70 luoghi in tutto il Paese

di Marcello Celeghini

“Pregate la Madonna per il vostro arcivescovo in questi difficili momenti per la Chiesa tutta”. È con questa frase sibillina, pronunciata a margine dell’inaugurazione del 194° anno accademico dell’Accademia delle Scienze di Ferrara presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, che l’arcivescovo uscente Luigi Negri ha richiamato le dichiarazioni che lui stesso aveva rilasciato in giornata al quotidiano online ‘Riminiduepuntozero’, dichiarazioni in cui il monsignore rivelava che dietro alla rinuncia al soglio petrino di Benedetto XVI ci fosse in realtà una sorta di complotto o forti pressioni nell’ambiente curiale e che, quindi, la rinuncia non fosse avvenuta per volontà di Rantzinger. Tali dichiarazioni hanno fatto particolare scalpore poiché riferite proprio da un prelato autorevole come Negri , finora le tesi complottistiche dietro la rinuncia di Ratzinger erano state ipotizzate solo da ricostruzioni giornalistiche.

Ora Negri, richiamando il “rapporto di forte amicizia” che lo lega all’ex Pontefice tedesco, parla della rinuncia al trono di Pietro come di “un gesto inaudito. “Negli ultimi incontri – prosegue l’intervista a Riminiduepuntozero – l’ho visto infragilito fisicamente, ma lucidissimo nel pensiero. Ho poca conoscenza – per fortuna – dei fatti della Curia romana, ma sono certo che un giorno emergeranno gravi responsabilità dentro e fuori il Vaticano. Benedetto XVI ha subito pressioni enormi. Non è un caso che in America, anche sulla base di ciò che è stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto. Resta per ora un mistero gravissimo, ma sono certo che le responsabilità verranno fuori”.

Un mistero che Negri spera gli venga svelato, se non in questa vita, in quella ultraterrena: “Si avvicina la mia personale “fine del mondo” e la prima domanda che rivolgerò a San Pietro sarà proprio su questa vicenda”.

L’arcivescovo uscente è stato è stato invitato a tenere la prolusione dell’apertura dell’anno accademico dell’Accademia delle Scienze, istituzione che da quasi due secoli diffonde cultura e sapere a Ferrara. Negri è stato chiamato a parlare del difficile rapporto tra scienza e fede nella modernità, tema che l’arcivescovo conosce assai bene essendo stato l’oggetto della sua tesi di laurea in filosofia.

L’arcivescovo all’apertura dell’anno accademico dell’Accademia delle Scienze

L’arcivescovo ha anche ribadito il proprio amore per gli studi e l’attività di scrittura annunciando che una volta avvenuto il passaggio di consegne con il suo successore tornerà a dedicarsi proprio all’attività di studio e di scrittura. “Spero proprio che con il pensionamento io possa tornare a dedicarmi ai miei studi che purtroppo ho dovuto un pò trascurare in questi anni di guida pastorale della comunità di Ferrara e Comacchio”.

Dopo il saluto iniziale Negri è sceso nello specifico dell’argomento della sua trattazione. “Il rapporto tra scienza e fede rappresenta al meglio la complessità della modernità- sottolinea il l’arcivescovo-. Di per sé la scienza si occupa di capire i particolari della realtà che ci circonda. Ma occorre fare un distinguo tra la scienza così come era intesa fino al XVI secolo e la scienza degli ultimi quattro secoli. La scienza fino al XVI secolo- continua Negri- agiva per conto di un senso ultimo della realtà che le faceva da sfondo. Essa non cercava mai il fine ultimo, non pretendeva di comprendere il fondamento ultimo delle cose. Poi la scienza ha subito un cambiamento antropologico, cambiamento che ha determinato la nascita stessa della modernità”.

“La modernità non è nata dalla scoperta di nuove tecniche o per merito di approfondimenti analitici- spiega Negri- ma bensì per una profonda modificazione dell’antropologia del mistero che mette al centro l’uomo e la sua volontà di conoscenza esaustiva. Tale cambiamento ha portato la scienza ad avere la pretesa di comprendere tutta la realtà, senza più riconoscere valore al fondamento trascendentale. In questo modo però è diventata preda di poteri ideologici che, negli ultimi tre secoli, l’hanno usata a loro piacimento compiendo atrocità, come le due bombe nucleari sulle città giapponesi alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In una società senza Dio- conclude Negri- l’uomo è in ogni momento manipolabile dai poteri che di volta in volta si impossessano della scienza”.

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