Lettere al Direttore
5 Marzo 2017

Sul lascito Melotti città e Comune riflettano

di Redazione | 3 min

Ho seguito in questi giorni gli interventi sul lascito di Renzo Melotti, alle tristi vicende in merito alla sua collocazione, oltre ai ripetuti tentativi di furto di ciò che rimane della sua collezione. Non si tratta certo di briciole, ma di un valore complessivo che si aggira sul milione e mezzo di euro. A uscire sconfitta da questa storia è tutta la comunità ferrarese. Occorre iniziare dal mancato accoglimento della donazione dal nuovo Ospedale di Cona, incapace, sentendo i propri vertici, di accollarsi il trasporto e gli oneri assicurativi. A qualche anno di distanza queste motivazioni appaiono quanto mai sconcertanti visti i soldi sperperati malamente, dai vincoli del contratto con Progeste a diversi eventi criticabili da più parti. Occorre fare un ragionamento di più ampio raggio, ricapitolando alcuni dati. Qualche mese fa 117 opere pittoriche e scultoree, per un valore complessivo di 729mila euro, venivano destinate all’Usl di Rovigo, pronta – e ci mancherebbe – a raccoglierle e a esporle per i propri utenti. Le restanti opere sono ancora nell’anello, ora sicuramente più desolante, del vecchio Sant’Anna di Giovecca, soggette all’attenzione di ladri (probabilmente su commissione), malgrado la vigilanza che in taluni casi ha sventato i tentativi di furto. Credo sinceramente non si meriti tutto questo la nostra collettività, ricordando che la presenza di quadri e sculture all’interno di un ospedale racchiude un significato profondo: quello di donare, grazie all’arte, una prospettiva diversa sul mondo, anche a coloro che sono alle prese con la sofferenza della malattia. Non si merita tutto questo soprattutto Renzo Melotti per il suo straordinario mecenatismo che toccò tanti centri, soprattutto pediatrici, come il Gaslini di Genova o il Meyer di Firenza, senza dimenticare, per rimanere nel contesto di casa, la donazione di circa un miliardo attraverso vendite d’arte, organizzate dal gallerista ferrarese per donare al Sant’Anna un centro per l’endoscopia pediatrica con il supporto, all’epoca, di Comune e Provincia di Ferrara. E non dimentichiamo, ancor più di recente, l’iniziativa l’Arte per l’Arte del 2012, attraverso cui Melotti convinse vari artisti a mettere all’asta i loro quadri al fine di finanziare i lavori di restauro delle opere d’arte emiliane danneggiate dal sisma. Al di là dell’indignazione di tanti è mia intenzione portare la discussione in commissione consigliare, con il necessario coinvolgimento dell’azienda Usl ferrarese per rimediare – tardivamente e purtroppo ormai solo in parte – alla colposa trascuratezza con cui è stato trattato questo patrimonio negli ultimi anni. Possibile che a Ferrara, con le tante strutture di cura, pubbliche e private, le diverse case della salute che saranno aperte nel corso dei prossimi mesi in tutta la provincia, non si possa trovare collocazione dignitosa e utile a queste opere? Io sono convinta che sia un dovere della politica non disperdere questo patrimonio generosamente donato a questa terra, sapendolo collocare laddove può ancora portare luce a chi è in grado di apprezzarne il valore.

Paola Peruffo
(Forza Italia)

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