Lettere al Direttore
22 Febbraio 2017

Sinistra For Dummies

di Redazione | 5 min

In questi giorni di Congressi, le pattuglie della Polizia Municipale sono spesso costrette a soccorrere Delegati e Rappresentanti della Sinistra che, in evidente stato confusionale, si aggirano per le vie della città ruotando nervosamente tra le mani una cartina geografica del Mondo Moderno (a loro del tutto sconosciuto). Ad uso e consumo di questi incauti turisti del XXI secolo, che poco comprendono gli ideogrammi degli indigeni, mi permetto di proporre qui di seguito una brevissima guida alla Sinistra Italiana del 2017.

C’era una volta…
C’era una volta il “proletariato” che votava socialista o comunista. Questa era la parte dell’elettorato che si riconosceva nella componente “egalitaria” ed “anticapitalista” della Sinistra, cioè quella parte dell’elettorato sensibile agli slogan “lavoro”, “diritti” e “ambiente” tanto cari a Sinistra Italiana ed alla minoranza PD. Una parte di questo “popolo lavoratore” votava sicuramente a sinistra per purissime e lodevoli ragioni politiche ed “ideologiche”. Altrettanto sicuramente, però, una larga parte di questo stesso elettorato votava a sinistra semplicemente perché sperava che quel movimento anticapitalista lo aiutasse a fronteggiare il “padronato”, ad ottenere migliori condizioni di vita ed una migliore retribuzione. In altri termini, questa parte dell’elettorato confondeva volutamente il ruolo politico della Sinistra con il suo ruolo sindacale. Questa parte dell’elettorato ha fondato gran parte delle sue speranze di riscatto individuale sul “potere contrattuale” della massa, non sul miglioramento professionale ed umano dell’individuo.

Dopo l’arrivo della nave Vlora nel porto di Brindisi nel 1991 (vedi Wikipedia), questa parte dell’elettorato si è improvvisamente resa conto di essere in competizione non con i soliti tre o quattro milioni di “terroni” disponibili a svolgere i peggiori lavori nelle fabbriche del nord per pochi soldi ma bensì con due o tre miliardi di disperati provenienti da ogni angolo del globo e disponibili a fare qualunque lavoro per qualunque stipendio. A quel punto è diventato chiaro che, di fronte ad una concorrenza tanto massiccia, nessuna “massa” composta solamente da lavoratori italiani poteva avere successo nelle trattative con il “padronato”. Di conseguenza, da quel momento in poi, quella parte dell’elettorato ha iniziato a votare in massa per gli unici partiti che, almeno a parole, si dimostravano disponibili a difenderla da quella invasione: Lega Nord, Forza Italia ed Alleanza Nazionale. Più nazionalisti e xenofobi si dichiaravano questi partiti, e più risultavano graditi a questa parte dell’elettorato.

C’è adesso…
Nel frattempo, a sinistra è rimasta l’altra parte di quell’elettorato: quella che continua a riconoscersi nella natura “progressista” di questo schieramento. Questa parte dell’elettorato ha sempre fondato ogni sua speranza di dignità e di riscatto personale sul miglioramento professionale ed umano dell’individuo. In altri termini, questa è gente che fa leva sulla responsabilità personale, non sullo “effetto massa”. Questa è gente che ha studiato e che studia ancora a 40 od a 50 anni di età. È gente che parla inglese, che sa programmare un computer, che spesso ha una laurea e che altrettanto spesso ha vissuto e lavorato all’estero per mesi o per anni. Questa gente si trova a competere con gli ingegneri americani, giapponesi o tedeschi, non con i braccianti africani di Rosarno.
Questa gente non è una esigua minoranza, come si potrebbe credere. Grazie alla scolarizzazione di massa iniziata negli anni ’60, al giorno d’oggi circa un terzo della popolazione italiana appartiene a questa categoria di persone.
Questa parte dell’elettorato della Sinistra teme la competizione internazionale come chiunque altro ma non si illude affatto di poterla evitare rinchiudendosi all’interno del proprio mercato nazionale. Questa è gente che sa benissimo che un mercato “domestico” di neanche 60 milioni di persone non è in grado di sostenere l’economia necessaria ad un paese civile. Le aziende che negli ultimi anni si sono chiuse all’interno del nostro universo culturale ed economico, sono fallite miseramente (vedi Olivetti e, proprio in questi giorni, Alitalia) o sono state acquistate da colossi internazionali (vedi Telecom). Le uniche aziende che sono sopravvissute sono quelle che hanno saputo lanciarsi oltre i nostri confini (vedi FIAT – FCA).
Questa gente chiede soprattutto due cose: una pesante, radicale, violenta opera di “de-provincializzazione” del nostro paese ed una altrettanto violenta opera di modernizzazione. Questa gente vuola vedere sostanziosi investimenti in ricerca e sviluppo ed in formazione scolastica ed universitaria, non in turismo ed in tutela dei marchi. Questa gente vuole vedere veri programmi nazionali di insegnamento dell’inglese sul modello del coreano EPIK (vedi Wikipedia), non la solita buffonata italiana di occasionali corsi CLIL tenuti in inglese da docenti italiani. Vuole vedere una diffusione capillare di “fab lab” e di “coding dojo” (San Google vi aiuterà…), non il solito dèpliant pieno di sagre paesane.
Questa gente vuole tornare a produrre macchine fotografiche (ve la ricordate la Galileo?), computer (Olivetti?) e telefoni (anche cellulari), non mozzarelle di bufala e tortellini. Questa gente vuole vendere i nostri prodotti in Germania ed in Giappone, non a Viterbo.
Questa gente vuole lavorare in un ufficio climatizzato progettando motori, non in mezzo alle vigne autunnali con le cesoie da vendemmia in mano. Questa gente vuole guadagnare gli stessi tremila (3000) euro puliti al mese che guadagnava facendo il proprio mestiere in Germania, non i 600 (seicento) euro che gli offre l’unico “call center” disposto a dargli un lavoro in Italia.
Questa gente sa di poter competere con americani, tedeschi, giapponesi e taiwanesi. Lo ha già fatto. Ha già lavorato in questi paesi. Sa di poterlo fare anche lavorando da qui. Vuole solo averne l’occasione. Questa gente vuole una Nazione in cui sia possibile vivere e lavorare, non una “leisure county” dove sia divertente andare in vacanza.
A questa gente, molto francamente, non interessa nulla di certi slogan anni ’60 come “lavoro”, “diritti” e “ambiente”. Sa benissimo che non ci sono diritti se non c’è lavoro e che non c’è lavoro se non c’è crescita (personale e collettiva). Sa benissimo che il rispetto dell’ambiente al giorno d’oggi è parte integrante dell’attività economica e che i veri problemi sono altri.

In conclusione…
Spero che ora i nostri Delegati ed i nostri Rappresentanti possano ritrovare la via di casa. Posso solo consigliare loro di procurarsi delle scarpe molto comode, mettersi un cappello sulla testa e mettere nella borsa abbondanti provviste di acqua. La strada sarà lunga.
La miopia di una certa parte della Sinistra ha consegnato per anni il paese alle destre e ci ha trasformato nei camerieri d’Europa. Non sarà facile tornare nella posizione che ci compete sui mercati internazionali.

Alessandro Bottoni

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com