Pochi chilometri e minime differenze di calcolo tra perizie. Tanto basta per portare a due esiti completamente diversi il processo per omicidio colposo a carico di un uomo coinvolto in un incidente stradale mortale nel luglio del 2014.
I fatti sono quelli che hanno portato alla morte sulla Romea di Federico Laurenti, 27enne di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, che si schiantò, mentre era in sella alla proprio moto e in fase di sorpasso – una prestante Yamaha R1 1000 – contro il camper dell’imputato, intento a fare una manovra verso sinistra. L’impatto fu violento e Laurenti morì praticamente sul colpo.
Tra consulente del pm e consulente della difesa c’è però discordia sulla velocità del camper al momento della manovra: una differenza minima, di 8 km/h (per il consulente della procura andava a 25 km/h, per quello della difesa a 17), ma fondamentale per capire la distanza della moto e la sua velocità al momento dell’inizio della manovra e la sua possibilità di valutare il rischio di un impatto. Secondo la difesa la moto si trovava tra gli 85 e i 150 metri di distanza dal camper, insufficienti per una valutazione da parte dell’imputato della velocità e del rischio, ma idonei a una frenata in sicurezza da parte della vittima se avesse rispettato il limite di velocità di 70 km/h, anziché agli 85 stimati dai periti sulla base dell’arretramento della forcella stimato in circa 20 centimetri.
È possibile – dato il contrasto tecnico interpretativo – che venga fatta effettuare una super-perizia dal giudice Carlo Negri, che si è riservato di prendere una decisione per la prossima udienza, fissata per il 19 maggio.
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