Politica
11 Febbraio 2017
Sono il 10,3% in più rispetto al 2015 e due punti percentuali sopra la media in Regione. Maisto: “Arriviamo a 500.000”

Turismo, oltre 400.000 le presenze a Ferrara

di Redazione | 3 min

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Al netto delle possibili inesattezze del sistema di rilevazioni dati – “fino ad un 30% di sottostima, lo ha ammesso l’Istat”, riporta l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini – a Ferrara il turismo è tornato (almeno) ai numeri pre-terremoto e pre-crisi.

L’importante lavoro di promo commerciale ha portato a 425.244 le presenze nelle strutture alberghiere o extralberghiere – senza conteggiare gli appartamenti privati – nel 2016. Sono il 10,3% in più rispetto al 2015. “Un dato di crescita che è piuttosto raro incontrare, ma per noi è un trampolino, vogliamo arrivare a superare le 500.000”, riferisce con entusiasmo l’assessore comunaleal turismo Massimo Maisto; che poi ricorda la regola del successo: “eventi, musei, enogastronomia e rafforzamento pubblico-privato”.

Crescono i turisti ma non il pernottamento medio che in città, anzi, cala dello 0,2%. Un trend storico che è difficile invertire, perché il ‘mordi e fuggi’ è legato anche alla natura stessa di Ferrara, città d’arte, e alla sua posizione, a mezza via tra Venezia e Bologna. In Emilia Romagna l’Osservatorio Turistico segna +1 milione di presenze turistiche sul 2015. “Molti i fattori di successo, parlare solo delle tensioni internazionali che hanno favorito il nostro Paese come meta è ingeneroso”, fa sapere Corsini. La crescita media delle città d’arte è dell’8,1%. Ferrara si posiziona dunque due punti sopra. E in città si raccolgono i successi.

I musei a pagamento registrano un +44,41% sulle presenze del 2014 – nel 2016 i visitatori sono stati 319.988, con un picco di oltre 30.000 visite mensili a marzo, aprile, maggio e poi dicembre. Il più amato è Palazzo Schifanoia (79.502 tra visitatori e scolaresche) che stacca di molto Palazzina Marfisa d’Este (23.156) e il Museo della Cattedrale (22.175). La MyFe Card, oggetto di un copioso investimento di forze, dopo il promettente +66,42% del 2016 sul 2015, fa segnare un +68,77% del gennaio 2017 sul 2016. E a pari passo anche il movimento turistico allo IAT del Castello Estense conosce un aumento costante dell’afflusso dal 2012: ad usufruire dell’Ufficio dell’informazione turistica, nel 2016, sono stati in 152.772; per un terzo stranieri. Tra i musei ad ingresso gratuito il Bonacossi perde qualcosina (un centinaio di visitatori sull’anno precedente, lo 0,75%) e Casa Ariosto, nell’anno del 500enario del poeta, invece fa scintille: +108,55% sul 2015.

“Credo che per rispondere alla richiesta di diversificazione dell’offerta – ha ribadito il sindaco Tiziano Tagliani – sia necessario cominciare ad investire anche sul turismo ambientale, per cogliere i benefici da un settore bello e originale. Migliore riscontro dei dati che presentiamo lo troviamo nel numero delle presenze di visitatori ai singoli eventi. Emerge, infatti, che siamo in presenza di un trend dove non è soltanto la grande mostra a fare da richiamo, ma il visitatore comincia a valorizzare e apprezzare la città nel suo insieme”.

Bisognerà investire “nel settore enogastronomico, in quello ambientale, del turismo in bicicletta e della Destra Po”, fanno sapere sindaco e vicesindaco. Ma il metodo è già collaudato, parola dell’assessore Corsini. “È un lavoro importante quello che si è compiuto nel ferrarese, e nel comacchiese, per lo sviluppo turistico e l’innovazione dell’offerta”, evidenzia, “e il recente allineamento di Ferrara con la Romagna, in vista dell’istituenda governance Destinazione Turistica, non può che essere un margine per un ulteriore sviluppo”.

Infine Maisto e Tagliani si tolgono qualche sassolino dalla scarpe e verso gli scettici. In particolare verso il direttore Ascom Davide Urban, che nei giorni scorsi sui social aveva ironizzato sulle presenze (“questi “turisti” cinesi fanno bene al Turismo o solo alla statistica e alle classifiche?”). Per lui la replica non è proprio un francesismo: “c’è chi dice che l’aumento delle presenze in città è dovuto solo all’aumento dei cinesi. Cosa rispondiamo? Scunzamnestra”.

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