Politica
9 Febbraio 2017
L'ex consigliere comunale di Ppf commenta l'intenzione dell'azienda sanitaria di rivedere il project financing e critica il M5S: "Del tutto non credibile nella tutela dei ferraresi"

Tavolazzi: “I nodi di Cona vengono al pettine”

di Redazione | 2 min

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“I nodi di Cona vengono al pettine”. Così Valentino Tavolazzi, agguerrito ex consigliere comunale di Progetto per Ferrara e strenuo oppositore allo spostamento dell’ospedale Sant’Anna a Cona commenta la notizia dell’azienda ospedaliera che cerca un rimedio per i costi elevati del project financing.

“Con Giovanni Favia e Andrea Defranceschi consegnammo ad Errani circa 15 mila schede del referendum autogestito, organizzato nel 2011 da Progetto per Ferrara, insieme all’intero movimento emiliano, e nel quale i ferraresi avevano detto no alla chiusura dell’ospedale Sant’Anna in città ed alla scandalosa operazione di Cona – scrive in una nota su Facebook Tavolazzi -. Ora l’azienda sanitaria e la regione scoprono (ma lo sapevano fin dall’inizio) che il contratto con Progeste, il concessionario del disastroso (per i cittadini) project financing, è un pozzo senza fondo, che drena ingenti risorse a danno della disponibilità e qualità delle prestazioni sanitarie, che il sistema ferrarese dovrebbe erogare al territorio. Una operazione fallimentare, anche dal punto di vista dell’uso oculato del denaro pubblico, che fu da noi ampiamente prevista e denunciata, anche attraverso la mobilitazione di una intera città, ma che fu ugualmente completata, con insipienza e cinismo, dal Pd, dal sindaco Tagliani e dai suoi porta borse, che hanno voluto portarla fino alle sue estreme conseguenze, causando danni irreparabili alla città ed al territorio”.

Critiche da cui non si salvano neppure le opposizioni, soprattutto il M5S ormai da tempo bersaglio di Tavolazzi: “Da anni sullo scandalo politico di Cona è totalmente assente l’opposizione, in primis il M5S locale e regionale. Fin dal 2009 Progetto per Ferrara aveva messo a fuoco gli assurdi rapporti contrattuali tra azienda sanitaria e Progeste, oltre alle enormi difficoltà che avrebbero procurato ai cittadini la chiusura del Sant’Anna e l’esodo forzato a Cona di pazienti, medici, infermieri e parenti. Il M5S locale, che in Comune è guidato dalla Morghen, un medico che lavora a Cona, si è dimostrato del tutto non credibile nella sua non tutela dei diritti dei ferraresi in materia di assistenza sanitaria. E non solo”.

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