Attualità
24 Gennaio 2017
Protesta contro la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale

Farmacie in sciopero: si chiude il 26 gennaio

di Redazione | 3 min

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(foto di archivio)

Le farmacie dell’Emilia-Romagna rimarranno chiuse la mattina del 26 gennaio. Un forte atto di protesta contro l’aumento della distribuzione diretta dei farmaci in ospedale, che mina il ruolo stesso della farmacia nel Sistema Sanitario Nazionale e costringe il cittadino (anche nelle fasce più deboli della popolazione) a ritirare i farmaci nelle farmacie ospedaliere, spesso lontane e con orari ridotti.

Queste le motivazioni alla base dello sciopero, che vedrà coinvolte le oltre mille farmacie aderenti a Federfarma Emilia-Romagna, il sindacato dei titolari di farmacie private. Aderiscono alla protesta anche le farmacie pubbliche della regione che, non potendo chiudere in contemporanea con le private, sospenderanno il servizio Cup.

Serrande abbassate, come da alcuni mesi veniva paventato, per il mancato rispetto da parte di molte aziende sanitarie dell’accordo regionale sulla distribuzione dei medicinali sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna, Federfarma e Assofarm il 26 giugno 2014: un accordo a costo zero per il Servizio Sanitario – nessun onere aggiuntivo per la Regione – e con evidenti benefici e risparmi per la collettività.

Obiettivo dell’accordo era sposare il potere contrattuale delle Asl nell’acquisto dei farmaci con la capillarità territoriale delle farmacie: la Asl acquista e le farmacie distribuiscono.

Laddove è stato interamente applicato, ossia laddove la distribuzione diretta è stata completamente trasformata in Dpc (Distribuzione per Conto), l’accordo ha dato esiti estremamente positivi in termini di risparmio di costi e di qualità di servizio, ed una garanzia di assoluta trasparenza della spesa. A ciò si aggiungono gli evidenti vantaggi per i cittadini, non più costretti a spostarsi anche di 20-30 km per reperire i farmaci negli ospedali, grazie alla disponibilità dei medesimi nelle farmacie distribuite capillarmente su tutto il territorio, anche nei comuni più piccoli.

Due esempi su tutti in regione: a Ravenna, dove l’accordo è stato pienamente applicato, i cittadini non hanno alcun disagio e la spesa farmaceutica è pienamente sotto controllo; mentre a Ferrara, dove c’è la maggior distribuzione diretta, c’è anche la spesa farmaceutica più alta della Regione.

“La protesta – spiega il presidente Federfarma Emilia Romagna, Domenico Dal Re – è un atto di denuncia oramai inevitabile perché, lungi dal diminuire, la distribuzione diretta in Regione ha subito negli ultimi due anni un’impennata. Sono del tutto incomprensibili le ragioni che hanno indotto i dirigenti regionali e locali a non applicare un accordo a costo zero per la parte pubblica”.

Sul tema è in corso da un anno una negoziazione con la Regione per la rivisitazione dell’accordo, ma dal luglio 2015 i farmacisti attendono invano risposte dall’assessore regionale relativamente all’impegno assunto nell’accordo per il superamento graduale della distribuzione diretta in modo omogeneo su tutto il territorio regionale.

“Dopo mesi di inutili trattative con le istituzioni abbiamo scelto di alzare la voce, informando su questo tema i cittadini che ogni giorno si recano nelle nostre farmacie e vi trovano – oltre ai farmaci – servizi, consigli e informazioni per la salute – spiega il presidente Federfarma -. Quei cittadini che contano su una farmacia vicina a casa e accessibile, sempre, e che meritano una qualità di servizio che solo l’applicazione dell’accordo può consentirgli”.

“Abbiamo il diritto e il dovere di far sentire la nostra voce e informare l’opinione pubblica – conclude Dal Re -. Non possiamo più attendere, se non vogliamo ritrovarci con le farmacie prive dei farmaci. Non possiamo più aspettare, se non vogliamo correre il rischio di veder cancellata la nostra identità e il nostro ruolo”.

Lo stato di agitazione nell’assistenza farmaceutica consisterà nella chiusura volontaria di tutte le farmacie della Regione Emilia Romagna, per la mattinata (ore 8,30-12,30) del 26 gennaio, ad eccezione delle farmacie tenute ad espletare servizio continuativo in base ai turni determinati a livello provinciale.

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