Sequestro conservativo di quasi 1 milione di euro a carico del titolare della Tecopress di Dosso, Enzo Dondi, e degli altri imputati chiamati al processo per l’accusa di concorso in omicidio colposo: i tecnici Modesto Cavicchi, Dario Gagliardi e Antonio Proni e la responsabile della sicurezza Elena Parmeggiani.
Una vera e propria svolta nel processo sul crollo dei capannoni Tecopress, crollati durante il terremoto del 20 gennaio 2012 e in cui perse la vita l’operaio 51enne Gerardo Cesaro. In vista della prima udienza, fissata al 16 gennaio, il tribunale di Ferrara ha disposto il sequestro conservativo.
La richiesta presentata dalle parti civili – moglie e figli dell’operaio, rappresentati dagli avvocati Gaiani, Resca e Anselmo – ha ricevuto il parere favorevole del pm Ciro Alberto Savino ed è stata ufficialmente accolta dal giudice Vartan Giacomelli. Una notizia clamorosa in attesa dell’inizio del procedimento che, a causa del trasferimento del giudice titolare, è slittato a metà gennaio.
Una decisione singolare: si tratta infatti del primo sequestro adottato nell’ambito dei processi per le vittime del terremoto che riguardano le aziende Ursa di Stellata di Bondeno (in cui perse la vita Tarik Noauch) e Ceramica Sant’Agostino (che segnò la tragedia di Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni).
Il difensore Andrea Marzola parla di un provvedimento “ingiusto e aggravante” e si prepara a fare ricorso contro il congelamento, in via conservativa, di beni valutati in 900mila euro che potrebbero, in caso di condanna, essere assegnati alla famiglia Cesaro.
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